Filtrar por género
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
- 1678 - Jazz Anthology di lunedì 06/05/2024
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 06 May 2024 - 1677 - Jazz Anthology di lunedì 29/04/2024
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 29 Apr 2024 - 1676 - Jazz Anthology di lunedì 22/04/2024
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 22 Apr 2024 - 1675 - Jazz Anthology di lunedì 15/04/2024
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 15 Apr 2024 - 1674 - Jazz Anthology di lunedì 08/04/2024
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 08 Apr 2024 - 1673 - Jazz Anthology di lunedì 01/04/2024
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 01 Apr 2024 - 1672 - Jazz Anthology di lunedì 25/03/2024
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 25 Mar 2024 - 1671 - Camilla Nebbia: Una ofrenda a la ausencia; Lina Allemano, Axel Dorner: Aphelia; Sakina Abdou: Goodbye Ground; Nite Bjuti: Nite Bjuti
Puntata quasi totalmente al femminile, con album di artiste per il momento dalle nostre parti per lo più non ancora conosciutissime, ma Camilla Nebbia, Lina Allemano e Sakina Abdou saranno nelle prossime settimane in Italia: tutte e tre sono nel cartellone della stagione di concerti proposta dall'Associazione 4'33" di Mantova, che è molto attenta alla presenza femminile nel jazz d'avanguardia e nella musica di ricerca, Lina Allemano sarà anche a Padova per il Centro d'Arte, Sakina Abdou anche al Torino Jazz Festival; alla presenza femminile nel jazz d'avanguardia e nell'improvvisazione è molto attenta anche la Relative Pitch, l'etichetta newyorkese che ha pubblicato gli album di Nebbia, Allemano-Dorner, Abdou che presentiamo. Camilla Nebbia è una sassofonista, compositrice, e artista visiva argentina, originaria di Buenos Aires e berlinese di adozione; ha inciso Una ofrenda a la ausencia in solo, impiegando sax tenore e voce. Lina Allemano è una trombettista canadese, che si divide fra Toronto e Berlino; nell'album Aphelia è in duo col trombettista tedesco Axel Dorner, un maestro dell'improvvisazione radicale. Negli ultimi anni abbiamo visto spesso la sassofonista - ma anche flautista - francese Sakina Abdou nelle file della Desert Orchestra di Eve Risser, ma Sakina Abdou è una apprezzata specialista del solo, la dimesnione in cui, al sax alto e tenore, ha inciso Goodbye Ground. Candice Hoyes, soprano, cantante di jazz, Val Jeanty, percussioni elettroniche, giradischi, elettronica, e Mimi Jones, contrabbasso e voce, hanno formato il trio Nite Bjuti nel 2018: l'album eponimo, uscito nel 2023 per l'etichetta Whirlwind, è il loro brillante debutto discografico, difficilmente etichettabile fra esperienza afroamericana, questioni di genere, sessualità, voodoo, spiritualità, elettronica.
Mon, 18 Mar 2024 - 1670 - Terry Gibbs Plays Jewish Melodies in Jazztime
Lo scorso anno ricorrevano i sessant'anni dalla registrazione (11 e 12 gennaio 1963) e dalla pubblicazione di Terry Gibbs Plays Jewish Melodies in Jazztime ("Terry Gibbs suona melodie ebraiche a tempo di jazz"), un album pionieristico, assieme a My Son the Jazz Drummer! di Shelly Manne (sottotitolo: Modern Jazz Versions of Jewish and Israeli Songs"), registrato meno di un mese prima (fra il 17 e il 20 dicembre 1962) e pure pubblicato nel '63. L'album di Gibbs anticipa di decenni la riscoperta del klezmer nel jazz e la rivendicazione di un'identità ebraica da parte dei musicisti dell'avanguardia jazzistica della generazione di Zorn, che sono fenomeni degli anni ottanta-novanta (sulla copertina del disco di Gibbs campeggiava una stella di Davide). Intanto Terry Gibbs è entrato nel suo centesimo anno: nell'ottobre scorso è arrivato alla veneranda età di 99 anni, ed è un altro motivo per festeggiarlo riconsiderando questo album. Nato nel 1924 in una famiglia di immigrati ebrei che avevano lasciato la Russia nei primi anni venti, Gibbs comincia a lavorare come vibrafonista dopo la seconda guerra mondiale, e a New York, suonando nei locali della 52esima Strada, assorbe il nuovo linguaggio del bebop, poi negli anni cinquanta si inserisce nel jazz della West Coast, costituisce una big band e si distingue come strumentista di livello ed esuberante. Altro non trascurabile motivo di interesse di questo album è la giovane pianista Alice Hagood: nata Alice McLeaod, tutti oggi la conosciamo come Alice Coltrane (e fu proprio Gibbs a presentarle il grande sassofonista).
Mon, 11 Mar 2024 - 1669 - Irreversible Entanglements: Protect Your Light; Mike Reed: The Separatist Party
In questa puntata di Jazz Anthology accostiamo due album - usciti nell'autunno scorso - di protagonisti tra i più significativi della più avanzata scena jazzistica d'oltre Atlantico: Irreversible Entanglements e Mike Reed hanno in comune un legame forte con la lezione dell'avanguardia afroamericana, in termini di considerazione per il passato e sua costante innovazione, rielaborazione in avanti. Con lo spoken word della carismatica Moor Mother (che però in questo album usa il nome Camae Ayewa), gli Irreversible Entanglements si sono aggregati alla metà del decennio scorso in occasione di una iniziativa di protesta contro l'assassinio di un giovane nero da parte della polizia: dopo tre album di studio pubblicati dalla International Anthem, etichetta chicagoana molto importante da una decina d'anni a questa parte nella documentazione di nuove tendenze nella musica di ricerca a baricentro afroamericano e di area jazzistica, Protect Your Light è uscito per la Impulse!: un approdo all'etichetta degli album dell'ultimo Coltrane che ha tutta una risonanza simbolica, per un gruppo con il tipo di identità musicale, culturale e politica degli Irreversible. Eccellente batterista e leader sperimentato, cinqant'anni il prossimo maggio, nei decenni scorsi Mike Reed è stato una figura importante nel ricambio generazionale della AACM, la cruciale "associazione per la promozione dei musicisti creativi" di Chicago, di cui Reed intorno al 2010 è stato anche vicepresidente: realizzato con musicisti della scena creativa di Chicago, fra cui il cornettista Ben Lamar Gay, e copubblicato da We Jazz Records e Astral Spirits, The Separatist Party, in cui molteplici suggestioni - dal free al post-free al minimalismo al rock - si mescolano in una musica vitale, aperta, contemporanea, si presenta come il primo di tre capitoli destinati ad indagare il tema dell'isolamento nella nostra società.
Mon, 04 Mar 2024 - 1668 - Jazz Anthology di lunedì 26/02/2024
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 26 Feb 2024 - 1667 - Ches Smith: Path of Seven Colors
..Batterista affermato nell'ambito dell'avanguardia (lo ricordiamo accanto fra gli altri a Tim Berne, John Zorn, Marc Ribot e alla guida di propri gruppi), Ches Smith nel 2000 ha scoperto le percussioni del voodoo haitiano, e ha coltivato questo interesse studiando con musicisti di riferimento della musica haitiana negli Stati Uniti e suonando anche all'interno di situazioni religiose e tradizionali, sia a New York che ad Haiti. Nell'ultimo decennio poi Smith ha dato vita al gruppo We All Break, nato come quartetto, con il pianista Matt Mitchell e con i percussionisti e vocalist Daniel Brevil e Markus Schwartz, e poi allargato ad ottetto, con l'aggiunta di un altro percussionista-vocalist, Jean-Guy Fanfan Rene, della cantante Sirene Dantor Rene, del bassista Nick Dunston e del sassofonista Miguel Zenon. Col titolo Path in Seven Colors, e con accurate note di presentazione e corredo di testi, Smith in un elegante cofanetto propone adesso con un cd registrato in ottetto nel 2020 l'esito più recente della sua passione per la musica del voodoo, e con un altro cd offerto come bonus la tappa in quartetto, precedente (2015) ma non meno interessante, della sua ricerca.
Mon, 21 Jun 2021 - 1666 - Pulverize The Sound: Black; Evan Parker X-Jazz Ensemble: A Schist Story; Marcelo dos Reis: Flora
La puntata di questa sera di Jazz Anthology si ricollega a quella del 29 gennaio, in cui vi avevamo proposto due album con protagonista Evan Parker: il suo solo NYC 1978, pubblicato dalla Relative Pitch, e Etching The Ether, nuovo album del progetto Trance Map +, in cui figura anche il trombettista Peter Evans, fra i più notevoli talenti distintisi sulla scena dell'improvvisazione nel nuovo millennio. Ritroviamo Peter Evans nel trio Pulverize The Sound (con Tim Dahl al basso elettrico e Mike Pride a batteria e percussioni), che è arrivato al suo terzo album, Black, pubblicato proprio dalla Relative Pitch: musica in cui si sente molto il "vissuto" di tre musicisti newyorkesi che hanno avuto una quantità di esperienze di ogni genere, e che sono legati al noise, all'improvvisazione, a forme musicali estreme, senza compromessi. Ritroviamo invece Evan Parker in A Schist Story, Cd inserito in un volumetto con un testo, foto e anche una breve graphic novel, pubblicato dalla Jazz ao Centro Clube Records, etichetta che è la proiezione discografica di Jazz ao Centro Clube, associazione culturale di Coimbra che nella città portoghese organizza il festival Jazz ao Centro, nell'ottobre 2023 arrivato alla 21esima edizione. A Schist Story documenta un concerto tenuto nel 2012 da Parker con 17 improvvisatori portoghesi, come conclusione di una settimana di residenza in villaggi del Portogallo centrale (con case tradizionali costruite con lo scisto): opportunamente la nota nel libretto sottolinea che nel lavoro di Parker non c'era in gioco solo la pratica collettiva dell'improvvisazione come linguaggio, ma anche un esperimento di interazione sociale basato sui valori dell'uguaglianza e della libertà. Completiamo la puntata con Flora, album personale - pubblicato sempre da Jazz ao Centro - di uno dei musicisti della compagine raccolta intorno a Evan Parker, il chitarrista Marcelo dos Reis.
Mon, 19 Feb 2024 - 1665 - Negarit Band: Origins; Bixiga 70: Vapor
Due formazioni, una etiopica, la Negarit Band, e una brasiliana, Bixiga 70, che sono catalogate come "world music" ma che hanno tratti molto più jazzistici di tante proposte che al giorno d'oggi passano nei festival di jazz e che col jazz hanno poco o niente a che vedere: due formazioni che a degli appassionati di jazz hanno delle belle cose da dire, e in ogni caso molto godibili. L'album della Negarit Band è uscito nel 2023 nella collana éthioSonic, parallela alla aurea collana éthiopiques, e come éthiopiques diretta da Francis Falceto e pubblicata dalla etichetta francese Buda. Secondo Falceto, la Negarit è uno dei rari segni di risveglio della scena etiopica, che sconta ancora oggi la violenta cesura rappresentata, fra il '74 e il '91, dalla dittatura militare del Derg: guidata dal batterista Teferi Assefa, la compagine, nata nel 2012, si colloca nel solco dell'ethio-jazz, per rinfrescarlo in una chiave contemporanea, puntando su una musica strumentale e sull'improvvisazione, e distinguendosi così nettamente dalle banalità di molto pop etiopico di oggi. Al suo quinto album, pubblicato dalla Glitterbeat, Bixiga 70 è stata nell'ultima dozzina d'anni una brillante presenza sulla scena di Sao Paulo, che è da tempo una delle realtà musicali più vivaci al mondo: con un impianto da piccola big band, Bixiga ha voluto creare un ibrido in cui la presenza dell'Africa è decisiva e non solo attraverso la musica afrobrasiliana, ma anche per l'interesse di Bixiga per musiche come l'afrobeat nigeriano o appunto l'ethio-jazz; la principale novità di questo album è l'influenza di un genere come il forrò electronico.
Mon, 12 Feb 2024 - 1664 - Otomo Yoshihide: Hat and Beard
Formatosi come chitarrista e dagli anni novanta affermatosi anche a livello internazionale come musicista dedito all'elettronica e alla manipolazione dei giradischi, Otomo Yoshihide è una figura di culto della scena radicale giapponese. Yoshihide è stato molto presente sulla ribalta europea, ma non negli ultimi anni, prima perché si è dato molto da fare per Fukushima, dopo la catastrofe della centrale nucleare, attivandosi per la rinascita culturale del distretto dove è avvenuto il disastro, e creando anche un festival; di mezzo poi ci si è messo anche il Covid. Ma adesso Yoshihide è in Europa con il suo New Jazz Quintet per una nutrita tournée: abbiamo ascoltato giorni fa una sua eccellente esibizione nell'ambito di Sons d'Hiver (rassegna che si svolge nel dipartimento della Marna che confina con Parigi), e in febbraio sarà in concerto a Padova per il Centro d'Arte e a Meldola per Area Sismica. E' l'occasione per ascoltare Hat and Beard, il suo più recente album con il New Jazz Quintet, pubblicato nel 2020 da FMN Sound Factory, etichetta di Kyoto: è la formazione con cui, dopo essere tornato alla chitarra elettrica, Yoshihide alla fine degli anni novanta è tornato al jazz, con una formula che non tradisce il suo sperimentalismo, ma che conserva anche un nucleo di devozione ai brani che rivisita (Ornette, Eric Dolphy, Shorter...), con attenzione ai temi, alla loro leggibilità, alla melodia.
Mon, 05 Feb 2024 - 1663 - Evan Parker: NYC 1978; Trance Map +: Etching The Ether
Fra i pochissimi capiscuola dell'improvvisazione radicale europea ancora in attività, il 5 aprile Evan Parker compie ottant'anni: ma al di là di questo compleanno, che è un motivo in più per festeggiarlo, la sua musica, che non si è mai fermata e che ha continuato ad essere estremamente attuale, è una ragione più che sufficiente per occuparsi di lui. In questa puntata (ma presenteramo un'altra novità di Evan Parker nella puntata del 19 febbraio) ascoltiamo il sassofonista in due album molto distanti per i momenti in cui sono stati registrati e per il carattere della musica, ma entrambi di grande interesse. L'etichetta newyorkese Relative Pitch ha meritoriamente pubblicato una registrazione che, oltre ad offrirci una testimonianza in più della maestria di Parker nella dimensione del solo (sei mesi prima Parker aveva inciso in solo il suo capolavoro Monoceros), ha un grande valore storico, perché documenta la prima esibizione newyorkese di Parker, nel corso della sua prima tournée in Nord America, nell'autunno del '78. Meritorio anche che l'etichetta svizzera Intakt dia un seguito discografico al progetto Trance Map + di Evan Parker e Matthew Wright (elettronica), dopo un primo album pubblicato qualche anno fa (ce ne eravamo occupati in una puntata del novembre 2019). In tre ampie sequenze, fra improvvisazione e dimensione minimalista, i partner di Parker e Wright sono questa volta il trombettista Peter Evans e il percussionista Mark Nauseef, due fuoriclasse della scena radicale.
Mon, 29 Jan 2024 - 1662 - Sylvie Courvoisier: Chimaera; Angelica Sanchez: Nighttime Creatures
Uno degli album più segnalati tra le migliori uscite del 2023 nei consuntivi di fine anno è stato Chimaera di Sylvie Courvoisier, pianista svizzera e newyorkese di adozione molto apprezzata nell'ambito del jazz di ricerca (nella puntata del 19 giugno 2023 abbiamo presentato The Rite of Spring, l'album cointestato a lei e Cory Smythe dedicato a Stravinski). Pubblicato dalla Intakt, e inciso in sestetto con Wadada Leo Smith e Nate Wooley alle trombe, Christian Fennesz alla chitarra e all'elettronica, Drew Gress al contrabbasso e Kenny Wollesen alla batteria e al vibrafono, Chimaera è un lavoro ispirato alla pittura di Odilon Redon e alla sua attenzione alla dimensione del sogno. Da annoverare fra i migliori album del 2023 anche Nighttime Creatures della pianista Angelica Sanchez, pubblicato dalla Pyroclastic Records. Originaria dell'Arizona, e anche lei come la Courvoisier a New York dagli anni novanta, Angelica Sanchez si è distinta accanto a figure importanti come Wadada Leo Smith, Tyshawn Sorey, Rob Mazurek, William Parker, e per il suo talento di pianista in solo o in trio, ma meriterebbe di essere valorizzata anche come leader di organici più ampi: Nighttime Creatures è stato inciso con un nonetto. Sanchez ama la dimensione orchestrale, e nell'album rende omaggio a Carla Bley, e con uno dei due brani non originali del disco, a Ellington con Lady of the Lavender, brano non scontato del Duca.
Mon, 22 Jan 2024 - 1661 - Wes Montgomery: The Complete Montgomery Brothers Quartet Studio Sessions
Wes Montgomery è stato uno dei protagonisti più popolari e più amati del jazz dei suoi tempi, e fra i più grandi chitarristi della vicenda di questa musica; il succeso gli arrivò in particolare in quello che sarebbe poi stato l'ultimo decennio della sua vita, gli anni sessanta: Montgomery morì prematuramente per un attacco cardiaco nel 1968. Folgorato nel '43 dall'ascolto di un disco di Charlie Christian, Montgomery diventò un maestro della chitarra jazz applicandosi allo strumento piuttosto tardi, e imparando da autodidatta, a orecchio, senza sapere leggere la musica. Ma nel giro di meno di un anno fu in grado di ottenere ingaggi nei club di Indianapolis, la sua città. I risultati rapidamente raggiunti da Wes trascinarono nell'attività musicale i suoi due fratelli: Monk, di poco più di un anno più anziano di Wes, suonava il contrabbasso, mentre Buddy, di circa sette anni più giovane di Wes, si mise a suonare il pianoforte e il vibrafono. Così i Montgomery vanno annoverati fra i casi di tre fratelli operanti a livelli alti nel jazz, come gli Heath, Percy, Albert e Jimmy, e i Jones, Elvin, Hank e Thad. Assieme i Montgomery incisero anche in trio o con altri organici: il triplo Cd pubblicato dalla Essential Jazz Classics, The Complete Montgomery Brothers Quartet Studio Sessions, si concentra sulle incisioni in quartetto, completato da un batterista.
Mon, 11 Dec 2017 - 1660 - Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Bud Powell, Charles Mingus, Max Roach: Hot House - The Complete Jazz at Massey Hall Recordings
Il concerto del quintetto Parker-Gillespie-Powell-Mingus-Roach alla Massey Hall di Toronto del 15 maggio 1953 è entrato nella leggenda grazie ad una registrazione pubblicata già nel dicembre dello stesso anno su due Lp 10 pollici della etichetta Debut di Mingus. Furioso perché per un problema tecnico di registrazione il suo contrabbasso praticamente non si sentiva, Mingus provvide però a sovraincidere la parte del suo strumento, alterando così la realtà del concerto. Nel 2003 fu poi pubblicato Complete Jazz at Massey Hall, che presentava la registrazione senza sovraincisione, migliorata con tecniche che negli anni cinquanta non erano disponibili. A settant'anni dal concerto e dalla sua pubblicazione su disco, in novembre l'etichetta Craft Recordings ha pubblicato Hot House. The Complete Jazz at Massey Hall Recordings, che in triplo Lp o doppio Cd propone senza sovraincisione la registrazione dei brani del quintetto, ulteriormente migliorata nella resa dal trattamento assicurato da Paul Blakemore, mago della masterizzazione e del restauro audio; e assieme mette a disposizione il resto - già pubblicato in precedenza - del materiale del concerto, cioè il trio di Powell e il solo di Roach, e i brani del quintatto nella versione originariamente pubblicata con le sovraincisioni di Mingus, che mantiene il suo valore storico. Il concerto alla Massey Hall fu l'unica occasione in cui Parker, Gillespie, Powell, Mingus e Roach, figure emblematiche del jazz moderno, furono registrati tutti e cinque assieme, e fu anche l'ultima occasione documentata da una registrazione in cui Parker e Gillespie si trovarono assieme. L'album offre anche delle note da cui si ricavano interessanti informazioni su come andarono le cose in quella straordinaria ma anche complicata serata: e possiamo scoprire che Rocky Marciano, il grande pugile italoamericano che quella stessa sera saliva sul ring a Chicago, con un KO alla prima ripresa conservò il titolo di campione mondiale dei massimi, ma forse, senza saperlo, salvò anche uno dei più celebri concerti della storia del jazz.
Mon, 15 Jan 2024 - 1659 - Wes Montgomery: The Complete Full House Recordings
Di Wes Montgomery Jazz Anthology si è occupata solo una volta, nella puntata del 11 dicembre 2017 (disponibile in podcast), dedicata alle incisioni in quartetto dei Mongomery Brothers. Ma Montgomery, nato nel 1923 e morto molto prematuramento per un attacco cardiaco nel 1968, è stato uno dei personaggi più popolari del jazz della sua epoca, e un gigante della chitarra jazz. L'etichetta Craft Recordings ha voluto celebrare il centenario della nascita di Montgomery, e assieme anche il settantesimo anniversario della nascita della Riverside, l'etichetta creata nel '53 che pubblicò l'album di Montgomery Full House, allestendo The Complete Full House Recordings, recorded 'live' at Tsubo - Berkeley, California, disponibile in triplo Lp o in doppio Cd. La carriera di Montgomery decollò nel '59, quando su suggerimento di Cannonball Adderley il produttore Orrin Keepnews lo mise sotto contratto per la Riverside. Nel '62 Keepnews lo mandò in California a realizzare un album dal vivo, appunto Full House, registrato in un club di Berekeley. Full House è un album importante, per il livello dei partner (il "piccolo - per statura fisica - gigante" Johnny Griffin al sax tenore, e Wynton Kelly al piano, Paul Chambers al contrabbasso e Jimmy Cobb alla batteria, che negli anni precedenti erano stati la ritmica di Miles Davis), e perché ci presenta Montgomery dentro una dimensione jazzistica non ancora canalizzata nella formula - brani di successo interpretati in chiave jazz - degli album per la Verve e la A&M degli anni successivi, che avranno un grosso riscontro anche commerciale. Oltre all'album originario, The Complete Full House Recordings offre tutte le tracce alternative disponibili, e anche la traccia del brano Full House con l'assolo di Montgomery che nel Full House inserito nel disco fu invece sostituito dalla produzione con un altro assolo del chitarrista.
Mon, 08 Jan 2024 - 1658 - Jazz Christmas: Stan Kenton, Jimmy Smith, Chet Baker
Il nostro inventario in progress del jazz legato al Natale e al periodo delle feste riprende dall'album di Stan Kenton su cui abbiamo concluso nella puntata del 25 dicembre, continua con Christmas '64 (poi ripubblicato nel '66 col titolo Christmas Cookin') di Jimmy Smith, dagli anni cinquanta popolarissimo specialista dell'organo Hammond, e si conclude con Silent Nights, album inciso nel 1986 da Chet Baker. Come racconta il libro di Jeroen De Valk, tradotto nel 2022 da EDt col titolo Chet Baker vita e musica, la seduta da cui nacque l'album è fra l'altro un esempio della capacità del trombettista di "appropriarsi rapidamente di materiale nuovo": Baker infatti non aveva mai inciso prima, e non aveva mai suonato dal vivo, nessuno dei brani, Silent Night in testa, scelti per l'album dal sassofonista Christopher Mason.
Mon, 01 Jan 2024 - 1657 - Jazz Christmas: Sidney Bechet, Peggy Lee, Stan Kenton
Nelle puntate del periodo delle feste a cavallo fra 2019 e 2020 vi avevamo proposto i più classici album natalizi di ambito più o meno strettamente jazzistico, quelli di Sinatra, della Fitzgerald, di Nat King Cole, di Vince Guaraldi e la compilation postuma di Louis Armstrong; poi nelle puntate delle feste tra 2020 e 2021 avevamo continuato con l'album natalizio di June Christy e con due album natalizi di Tony Bennett (tutte puntate che potete ritrovare in podcast). Jazz Anthology cade quest'anno il 25 dicembre e il primo gennaio, e non potevamo dunque non continuare il nostro inventario del jazz legato al Natale e al periodo delle feste. In questa puntata cominciamo con i brani natalizi incisi da Sidney Bechet nel 1958 e continuiamo con l'album Christmas Carousel della cantante Peggy Lee, uscito nel '60 (lo stesso anno degli album natalizi della Fitzgerald e di Nat King Cole), per finire con A Merry Christmas! di Stan Kenton, pubblicato nel '61.
Mon, 25 Dec 2023 - 1656 - Suona con gentilezza. La mia storia: l'autobiografia di Sidney Bechet
Protagonista a New Orleans del jazz delle origini, Sidney Bechet è stato uno dei primi grandi solisti della vicenda del jazz, uno dei primi ambasciatori del jazz in Europa, il primo importante sassofonista della storia del jazz, il primo - e per molto tempo unico - specialista del sax soprano; ma Bechet è stato anche uno dei primi importanti protagonisti della storia del jazz a rendersi conto dell'importanza di lasciare una traccia di sé non solo con la musica, in un'epoca - gli anni cinquanta - in cui realizzare delle autobiografie per i musicisti di jazz non era ancora così scontato: Treat It Gentle, pubblicata nel 1960, l'anno successivo alla morte di Bechet, è rimasta un classico nel campo delle autobiografie di ambito jazzistico, e finalmente è stata messa a disposizione del lettore italiano grazie alla collana Chorus della Quodlibet. Leggendola, scopriamo fra l'altro che Bechet è stato un pioniere anche nel vedere la propria identità e la propria musica in rapporto con l'Africa, con grande anticipo sul momento in cui il jazz cominciò a tematizzare e rivendicare la propria relazione con il Continente Nero. Di Treat It Gentle conversiamo con Claudio Sessa, che ha scritto la prefazione all'edizione italiana.
Mon, 18 Dec 2023 - 1655 - Louis Moholo: dall'esilio alla leggenda (9)
Dopo la morte di Mogezi Feza, i Blue Notes quando si riuniscono sono adesso in quattro: e cioè Chris McGregor al piano, Dudu Pukwana al sax alto, Johnny Dyani al contrabbasso e Louis Moholo alla batteria. Nell'aprile del '77 vengono registrati dal vivo all'100 Club a Londra, e la Ogun ne trae un album, Blue Notes in Concert, che viene pubblicato nel '78, e più tardi riproposto, con materiale supplementare, in Cd. La formidabile coppia ritmica Harry Miller/Louis Moholo lavora fra l'altro nei picoli gruppi di Elton Dean e nel Ninesense del sassofonista, una delle più eccitanti formazioni della scena inglese dell'epoca: una straordinaria testimonianza del livello del Ninesense di Dean col contributo di Miller e Moholo la offre una registrazione amatoriale del '79, diventata nel 2012 un doppio Cd, anche questa effettuata all'100 Club, da cui prendiamo un ampio brano. Stellare, la formazione oltre a Dean, Miller e Moholo allinea Alan Skidmore, Marc Charig, Harry Beckett, Nick Evans, Radu Malfatti, Keith Tippett.
Mon, 02 Oct 2017 - 1654 - Abbey Lincoln. Una voce ribelle tra jazz e lotta politica: un libro di Luigi Onori
Tra le più grandi protagoniste del canto jazzistico nella seconda metà del novecento e fin nel nuovo millennio, esempio di autonomia artistica, di non conformismo, di consapevolezza afroamericana, di autodeterminazione femminile, di impegno politico, Abbey Lincoln, mancata nel 2010, è decisamente meno ricordata di quanto meriterebbe. Lettura preziosa, il libro di Luigi Onori, Abbey Lincoln, una voce ribelle tra jazz e lotta politica (L'asino d'oro Edizioni, 260 pp. circa, 15 euro) è il primo che le è specificamente e interamente dedicato, ma oltre a questo merito in sé ha quelli di illuminare con importanti approfondimenti diversi aspetti della vicenda, della figura, della carriera della cantante: sul forte profilo politico-intellettuale della Lincoln, sul rilievo - quantitativo e contenutistico - del songbook originale da lei creato, sulla consistenza del suo rapporto con l'Africa. Ospite della puntata, oltre a parlarci di questo suo lavoro Onori sceglie e introduce per noi alcuni dei brani più significativi della produzione della Lincoln. Ad Abbey Lincoln Jazz Anthology ha dedicato una serie di dieci puntate andate in onda tra ottobre e dicembre 2020 (e disponibili in podcast).
Mon, 11 Dec 2023 - 1653 - Jazz Anthology di lunedì 04/12/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 04 Dec 2023 - 1652 - Jazz Anthology di lunedì 27/11/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 27 Nov 2023 - 1651 - Susan Alcorn: Pedernal; From Union Pool; Canto (Relative Pitch)
Fondata nel 2011 da Kevin Reilly e Mike Panico, la Relative Pitch è una etichetta di punta nel campo del jazz d'avanguardia, dell'improvvisazione, della musica sperimentale. E' una etichetta newyorkese, ma Reilly, che la porta avanti da solo dopo la morte nel 2018 di Panico, ha avuto occasione di dire: "mi piace l'idea che tu possa guardare il nostro catalogo e non capire di dove è l'etichetta"; ed è effettivamente così, perchè sugli album della Relative Pitch troviamo protagonisti dell'avanguardia americana quanto europea ma anche di altre provenienze. E'una etichetta molto aperta, che ha costruito il suo catalogo sulla base di una vasta conoscenza di prima mano della scena d'avanguardia, improvvisativa, sperimentale, maturata attraverso una assidua frequentazione dal vivo di questi ambiti musicali: in questo senso è una etichetta di riferimento per avere il polso della scena attuale e scoprirne nuovi protagonisti. Con la puntata di questa sera cominciamo ad esplorare il catalogo recente della Relative Pitch: iniziamo da tre album assai diversi fra loro della specialista di pedal steel guitar Susan Alcorn, che da situazioni di ricerca e di improvvisazione ci porteranno fino alla sempre commovente El Derecho de Vivir en Paz di Victor Jara.
Mon, 13 Nov 2023 - 1650 - Jazz Anthology di lunedì 06/11/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 06 Nov 2023 - 1649 - Jazz Anthology di lunedì 30/10/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 30 Oct 2023 - 1648 - Jazz Anthology di lunedì 23/10/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 23 Oct 2023 - 1647 - Cadillac & Ogun at 50 (1): M. Westbrook, the Last Night at the Old Place
Prendendo spunto da una serata londinese che il 28 settembre al Café Oto ha celebrato i 50 anni dalla nascita della Cadillac e della Ogun, anche Jazz Anthology festeggia il mezzo secolo di queste due importanti etichette. Alcuni dei più importanti esperimenti che segnano la nascita di una improvvisazione peculiarmente europea avvengono in Gran Bretagna fra il 1963 e il 1965, e oltremanica nel corso del decennio la scena del nuovo jazz e della free music è effervescente: ma nei primi anni settanta questi ambiti continuano ad essere scarisssimamente sostenuti dalla stampa e dalla radio, e ignorati dalle case discografiche. Da qui l'idea di mettere in circolazione in maniera indipendente degli album, per dare visibilità alla musica, per darle la possibilità di - letteralmente - essere ascoltata. Nel '73 John Jack e il pianista Mike Westbrook, uno dei più talentuosi protagonisti della nuova musica inglese dell'epoca, fondano la Cadillac Records. Nel 2018 la Cadillac ha pubblicato The Last Night at the Old Place, registrazione dell'ultima - maggio '68 - delle nottate settimanali che Westbrook animò alla testa di compagini orchestrali nel mitico club che visse solo per un anno e mezzo: un documento eccezionale su quella favolosa stagione del nuovo jazz inglese che la Cadillac e la Ogun si diedero come missione di rappresentare.
Mon, 16 Oct 2023 - 1646 - Grandi inediti - Don Cherry, Jean Schwarz: Roundtrip
In questa puntata di Jazz Anthology torniamo al Don Cherry degli anni settanta e al Don Cherry a Parigi, con una registrazione inedita del '77, cioè di due anni prima della partecipazione di Cherry all'album del batterista giapponese Masahiko Togashi, alla cui ristampa abbiamo dedicato un Jazz Anthology in maggio. Fino ad un certo punto degli anni sessanta la discografia di Don Cherry è piuttosto jazzisticamente compatta: dopo la metà del decennio si apre a ventaglio e testimonia di una serie di esperienze molto ampia e variegata, fra le quali non manca il rapporto con le novità elettroniche, che come mostra Human Music, l'album del '70 di Don Cherry in duo con Jon Appleton al sintetizzatore. L'album ora pubblicato è ricavato da due concerti tenutisi a Parigi nell'ambito di un festival del Group de recherches musicales, di cui faceva parte Jean Schwarz, che si occupava di elettronica, di etnomusicologia e che fino ad un certo momento aveva anche fatto il batterista di jazz. Oltre a lui, al sintetizzatore e ai nastri, e a Don Cherry, pocket trumpet, doussongoni, voce, altri strumenti, ci sono tre fuoriclasse: il percussionista brasiliano Nana Vasconcelos, il contrabbassista Jean Francois Jenny Clark, e il sassofonista, clarinettista e bandoneonista Michel Portal. Roundtrip rappresenta un altro tassello molto significativo per comporre il vivacissimo mosaico degli interessi e della disponibilità a mettersi in gioco di Don Cherry negli anni sessanta e settanta, e costituisce un episodio molto affascinante che, fra elettronica, free music e folklore, ci restituisce il senso di un'epoca, di una voglia di sperimentare, che è stata tipica degli anni settanta: ed è un altro splendido esempio della impagabile capacità di Don Cherry di lasciare nelle situazioni più diverse l'impronta della propria poesia.
Mon, 02 Oct 2023 - 1645 - Rob Mazurek in solo in diretta a Jazz Anthology
Nel maggio scorso Rob Mazurek, figura tra le più significative del panorama jazzistico degli ultimi trent'anni, è stato ospite di Jazz Anthology nell'ambito di una puntata in cui Corrado Beldì ci ha presentato il festival di Novara Jazz di cui è direttore artistico; del festival, che si è poi svolto in giugno, Mazurek è stato protagonista con diversi progetti. In quella puntata di Jazz Anthology, dal nostro auditorium Demetrio Stratos, Mazurek ci aveva regalato un paio di interventi musicali: l'auditorium e la situazione gli sono piaciuti ed è nata così l'idea di una sua "residenza" a Radio Popolare, in collaborazione con Novara jazz, per registrare del nuovo materiale in solo, parte live e parte utilizzando il nostro auditorium come uno studio. La trasmissione di questa sera è la prima tappa dei tre giorni di residenza: 55 intensi minuti di solo in diretta, senza interruzioni, impiegando tromba, piccolo trumpet, pianoforte, flauto di canna, percussioni, oggetti, elettronica, voce.
Mon, 25 Sep 2023 - 1644 - Don Cherry, Steve Lacy: New York Total Music Company
Alla metà degli anni sessanta Don Cherry incide i primi album a suo nome, fra cui un capolavoro del free come Symphony for Improvisers. Poi la musica di Don Cherry, che si divide ormai fra Stati Uniti ed Europa, comincia ad esorbitare dal jazz convenzionalmente inteso, e a nutrirsi di una prospettiva multiculturale. Nel '68 - anno per lui molto intenso - Cherry lavora fra l'altro con una formazione, la New York Total Music Company, di cui è nominalmente l'intestatario, ma che in effetti è una impresa con un carattere più collettivo rispetto ai gruppi che Cherry ha guidato alla metà del decennio: e la musica ha una fisionomia meno jazzistica e più aperta e indeterminata. Costituita con partner di altissimo livello - Steve Lacy al sax soprano, Karl Berger al vibrafono e al pianoforte, Kent Carter al contrabbasso e Jacques Thollot alla batteria - e con Cherry alla cornetta e al flauto di bambù, l'effimera esperienza della Total Music Company è una tappa importante nell'evoluzione della musica di Cherry nella seconda metà degli anni sessanta. La New York Total Music Company non ha mai inciso e non ne esistono registrazioni ufficiali, ma qualche anno fa è emerso, pubblicato in Cd e Lp irregolari, un prezioso live del marzo '68, registrato a Francoforte per una trasmissione radiofonica dalla emittente tedesca Hessicher Rundfunk.
Mon, 18 Sep 2023 - 1643 - Louis Moholo: dall'esilio alla leggenda (8)
La dedizione alla musica creativa e improvvisata, una musica senza l'appoggio di grandi case discografiche, senza grandi management, senza visibilità sulla radio e la televisione e senza riconoscimenti ufficiali è una battaglia eroica, e la lotta per la sopravvivenza, particolarmente dura in Gran Bretagna, assieme allo stress dell'esilio si traducono in una esperienza traumatica. Alla fine del '75, a soli trent'anni, muore Mongezi Feza, grande trombettista e compositore di brani di commovente bellezza. Pochi giorni dopo la sua scomparsa, gli altri Blue Notes a Londra incidono - suonando senza soluzione di continuità per tre ore e mezzo, senza nulla di preordinato - l'album Blue Notes for Mongezi, pubblicato poco tempo dopo dalla Ogun come doppio Lp, e parecchi anni dopo sempre dalla Ogun in versione più estesa in Cd doppio. Moholo partecipa a molti gruppi e incisioni intestati a Harry Miller: Moholo è alla batteria negli album di Miller - pubblicati dalla Ogun - Family Affair (inciso nel '77) e In Conference (inciso nel '78), in cui intervengono diversi dei più bei nomi del jazz inglese. Miller a sua volta è al contrabbasso nel primo album di Moholo come leader, Spirit Rejoice! inciso a Londra nel '78 e pubblicato nello stesso anno dalla Ogun: Moholo è alla testa di un ottetto con Evan Parker al sax tenore, Kenny Wheeler alla tromba, Nick Evans e Radu Malfatti ai tromboni, Keith Tippett al piano, e al contrabbasso, oltre a Miller, anche Johnny Dyani.
Mon, 25 Sep 2017 - 1642 - Ricordo di Charles Gayle, 1939 - 2023
Sax tenore ma anche valente polistrumentista, Charles Gayle, afroamericano, nato a Buffalo nel 1939, emerge nel jazz d'avanguardia solo negli ultimi anni ottanta. Nei sessanta insegna musica all'università e a New York partecipa alla scena del free jazz, ma senza cercare di farsi notare. Poi sceglie la vita dell'homeless, e suona per strada e nella metropolitana a New York e dintorni, rarissimamente in bar o club, facendo una musica senza compromessi, completamente libera: nel suo sax tenore è potentemente sedimentata la memoria di Sonny Rollins, Albert Ayler, John Coltrane, ma Gayle ha una sua fortissima personalità. Alla metà degli ottanta però la Knitting Factory gli offre un ingaggio settimanale, e nell'87 una etichetta svedese decide di fargli incidere un album: è il primo di una lunga serie di dischi sotto suo nome, e l'inizio di una carriera che Gayle non aveva mai avuto né cercato di avere. Profondamente religioso, Gayle riversa nelle sue energetiche improvvisazioni tutto il suo trasporto spirituale, ma anche il desiderio di suonare con la potenza e lo scatto con cui si tira di boxe, sua grande passione. Con Charles Gayle, morto a 84 anni il 5 settembre, se ne va quello che assieme a David S. Ware, mancato già da diversi anni, è stato il più importante sax tenore di quell'area free newyorkese che negli ultimi decenni ha ruotato interno a William Parker, e in assoluto uno dei più formidabili sax tenori di tutto il jazz - non solo dell'avanguardia - a cavallo tra secolo scorso e nuovo millennio. Lo ricordiamo col classico Touchin' On Trane (1991), in trio con William Parker al basso e Rashied Ali, il batterista dell'ultimo Coltrane; con Always A Pleasure (1993), in cui è nel gruppo di Cecil Taylor; con Requiem (2004) di William Parker; e con Live in Belgium (2015) in trio con gli italiani Manolo Cabras e Giovanni Barcella.
Mon, 11 Sep 2023 - 1641 - Louis Moholo: dall'esilio alla leggenda (7)
Il drumming di Moholo ha una responsabilità decisiva nell'energia e nella coesione di un lavoro orchestrale tanto audace come quello della Brotherhood of Breath, la compagine creata nella seconda metà degli anni sessanta da Chris McGregor riunendo Dudu Pukwana, Mongezi Feza, Harry Miller e appunto Moholo, suoi compagni della diaspora jazzistica sudafricana, e alcuni dei migliori musicisti del nuovo jazz britannico ed europeo, come Evan Parker e Radu Malfatti. (settima puntata)
Mon, 18 Sep 2017 - 1640 - Louis Moholo: dall'esilio alla leggenda (6)
I protagonisti del nuovo jazz britannico sono affascinati dall'energia dei musicisti sudafricani e anche dal loro bagaglio di melodie e ritmi, e sono ansiosi di suonare con loro: il senso di comunità che si crea è ben rappresentato dalle notti londinesi, in particolare al club Old Place, in cui i musicisti che vogliono condividere la musica con i sudafricani sono così tanti che spesso sul palco ci può essere una dozzina di strumentisti o più alla volta. E' questo tipo di situazione che nel '66, nello spirito della Castle Lager Big Band del '63, dà a Chris McGregor l'idea di formare un'orchestra, con Dudu Pukwana, Mongezi Feza, Harry Miller, Louis Moholo e alcuni dei migliori musicisti del nuovo jazz britannico ed europeo, Evan Parker e Radu Malfatti per fare solo due nomi. Il senso della comunità si riflette nel nome scelto per la compagine: Brotherhood of Breath. Oltre ad offrire un eccezionale assortimento di straordinari solisti e a coniugare jazz contemporaneo e musica proveniente dal Sudafrica, la Brotherhood costituisce una esperienza cruciale in termini di arrangiamenti creativi e di dialettica fra dimensione orchestrale e libertà individuale, composizione e improvvisazione; Moholo con il suo drumming avrà un ruolo decisivo nel tenere insieme un lavoro orchestrale così audace. Il magnifico Live at Willisau della Brotherhood, registrato nella cittadina svizzera nel gennaio del '73, inaugura nel '74 l'attività di una nuova etichetta, la Ogun, creata da Harry Miller e da sua moglie Hazel: all'epoca il nuovo jazz è scarsissimamente sostenuto dalla stampa e dalla radio, e non trova l'interesse delle case discografiche, di qui dunque l'idea di pubblicare album, per dare alla musica la possibilità - letteralmente - di essere ascoltata.
Mon, 26 Jun 2017 - 1639 - Sonny Rollins: Go West!
Giovedì 7 settembre Sonny Rollins compie 93 anni: si è da tempo ritirato dall'attività, ma continua a rilasciare interviste sempre molto lucide e interessanti. Come quella raccolta nel 2021 da Ashley Kahn che correda, assieme a note appunto di Kahn, il cofanetto Go West! (tre Lp o tre Cd o in digitale) da poco pubblicato dalla Craft. Nel marzo del '57 Sonny Rollins, 26 anni, arriva a Los Angeles con il gruppo di Max Roach: se non la prima è una delle prime volte che prende l'aereo per un ingaggio, ma è certamente la sua prima volta in California. Ne approfitta la Contemporary, l'etichetta del produttore Lester Koenig, che propone a Rollins, talento emergente, di incidere un album, che uscirà nell'estate del '57 col titolo di Way Out West: con Ray Brown e Shelly Manne ad accompagnarlo, è la prima registrazione di Rollins in trio sax/contrabbasso/batteria, la formula che sarà poi quella dell'epocale Freedom Suite incisa da Rollins un anno dopo. Nell'ottobre del '58, Rollins a Los Angeles registra con una formazione più ampia un altro album per la Contemporary, Sonny Rollins and the Contemporary Leaders: sarà la sua ultima incisione degli anni cinquanta, perché poi Rollins, che patisce la pressione che è il risvolto del suo successo, ma che constata anche le difficoltà subito insorte nella sua carriera per aver fatto un disco "politico" come la Freedom Suite, decide di prendersi un periodo sabbatico, nel corso del quale si esercita al sax sul Williamsburg Bridge. I due album sono adesso riproposti nel cofanetto della Craft assieme ad un terzo album, costituito da interessanti tracce alternative che erano già state pubblicate nell'86 ma che ormai da moltissimo erano fuori catalogo. Tre dischi da ascoltare - e da accompagnare con la lettura dell'intervista con i ricordi di Rollins sulle due incisioni - per festeggiare degnamente il compleanno del grandissimo Sonny.
Mon, 04 Sep 2023 - 1638 - Grandi inediti - John Coltrane with Eric Dolphy: Evenings at the Village Gate
Ha fatto giustificata sensazione questa estate l'uscita di Evenings at the Village Gate, grande inedito live di John Coltrane risalente al 1961, pubblicato dalla Impulse! Nel 2021 la Impulse! aveva pubblicato (vedi la nostra puntata del 29 novembre 2021) A Love Supreme Live in Seattle, un inedito assolutamente prezioso dal punto di vista del suo rilievo storico ed estetico, ma che purtroppo lascia alquanto a desiderare quanto a qualità della registrazione: nel caso invece di Evenings at the Village Gate il livello della musica è stratosferico, ma anche della qualità della registrazione non ci si può proprio lamentare. Al sax tenore e al sax soprano, nell'agosto del '61 Coltrane si esibisce al Village Gate con Eric Dolphy, flauto, clarinetto basso e sax alto, McCoy Tyner al piano, Reggie Workman al contrabbasso e in una delle due serate fotografate dalle registrazioni da cui è stato ricavato l'album anche un secondo contrabbassista, Art Davis, e Elvin Jones alla batteria. Il momento che l'album documenta rappresenta un tassello molto importante per la ricostruzione della progressione della ricerca di Coltrane prima delle registrazioni dell'autunno del '61, realizzate al Village Vanguard e ai concerti europei. Al Village Gate Coltrane era fresco dell'exploit di My Favorite Things, che, pubblicato anche come singolo in 45 giri, aveva avuto molto successo: ma Coltrane è ormai entrato in una fase in cui la sua musica dal vivo è già molto più avanzata, audace, dei suoi album appena usciti. Basti pensare alla differenza tra il carattere rassicurante del My Favorite Things che era così piaciuto e quello, con un'improvvisazione di Coltrane molto più "delirante", che sentiamo proporre dal sassofonista al Village Gate: è solo uno dei motivi di grande fascino di questo album.
Mon, 28 Aug 2023 - 1637 - Louis Moholo: dall'esilio alla leggenda (5)
Prima dei Blue Notes, dal Sudafrica è arrivato in Europa il bassista bianco Harry Miller: nato nel 1941, Miller approda a Londra nei primi anni sessanta con il tastierista Manfred Mann. Cofondatore alla fine degli anni cinquanta di una delle prime band sudafricane di rock'n'roll, Mann ha però un background come pianista di jazz, e ha introdotto Miller alla musica neroamericana. Miller trova lavoro sui transatlantici, e a New York ha l'opportunità di ascoltare Ornette Coleman, che, assieme a Coltrane, diventa per lui un'ispirazione fondamentale. Quando i Blue Notes arrivano a Londra, Miller li aiuta nel loro difficile inserimento nella nuova realtà. Quando poi Louis Moholo rientra in Gran Bretagna dall'America latina, Miller e Moholo formano una combinazione contrabbasso/batteria di incredibile energia e creatività, che sarà richiestissima nel campo della musica improvvisata europea, che ha cominciato ad emergere proprio più o meno in coincidenza con l'arrivo dei Blue Notes in Europa, e che proprio in Gran Bretagna fra il '63 e il '65 vive alcune delle sue esperienze fondative. Uno dei sodalizi cruciali di Miller e Moholo è quello in trio con uno dei più forti improvvisatori della scena britannica, l'altosassofonista Mike Osborne: la prima registrazione in cui sono documentati come trio è dell'agosto del '70, a Londra.
Mon, 19 Jun 2017 - 1636 - Jazz Anthology di lunedì 21/08/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 21 Aug 2023 - 1635 - Jazz Anthology di lunedì 14/08/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 14 Aug 2023 - 1634 - Jazz Anthology di lunedì 31/07/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 31 Jul 2023 - 1633 - Peter Brotzmann 1941-2023 (3)
Nell'autunno del '68 viene organizzato a Berlino il Total Music Meeting, come anti-festival in contrapposizione all'ufficialità del festival del jazz di Berlino: da questa iniziativa trae origine l'etichetta discografica Fmp, che diventerà un riferimento per l'improvvisazione europea e documentarà largamente decenni di attività di Brotzmann. In due sedute dell'aprile del '69, Brotzmann registra l'album Nipples, metà in quartetto con Fred Van Hove al piano, Buschi Niebergall al contrabbasso e Han Bennink alla batteria (ne abbiamo ascoltato qualche minuto in chiusura della puntata scorsa), e metà con loro tre e con Evan Parker al sax tenore e Derek Bailey alla chitarra; altra testimonianza, dopo Machine Gun, della maturazione della collaborazione transnazionale all'interno della musica improvvisata europea: Brotzmann e Niebergall tedeschi, Parker e Bailey inglesi, Van Hove belga e Bennink olandese. Il trio che Brotzmann costituisce con Van Hove e Bennink è una delle combinazioni fondamentali nel percorso del sassofonista. Nel '70 il trio ha occasione di prodursi con l'aggiunta di Albert Mangelsdorff al trombone: nato nel '28 e dunque di una dozzina d'anni più anziano di Brotzmann, Mangelsdorff, uno dei più importanti jazzisti europei della sua generazione, dal jazz moderno si era spostato verso il free jazz e l'improvvisazione radicale. I tre Lp (poi diventati due Cd) pubblicati dalla Fmp che documentano due concerti del quartetto a Berlino nel '71 sono un classico dell'improvvisazione europea. In questa puntata torniamo anche, con qualche dettaglio in più, sugli anni e il contesto in cui Brotzmann cresce, sulla sua folgorazione per Sidney Bechet che lo porta al jazz - partendo dal jazz tradizionale - e sulla sua formazione artistica e i suoi contatti con protagonisti del movimento Fluxus.
Mon, 24 Jul 2023 - 1632 - Peter Brotzmann 1941-2023 (2)
Machine gun era il soprannome dato a Peter Brotzmann da Don Cherry, con riferimento alla potenza di fuoco del sassofonista: e Machine Gun diventò il titolo dell'album inciso in ottetto da Brotzmann nel fatidico maggio del '68, titolo assolutamente calzante rispetto al free di fortissimo impatto del disco, con una carica sonora in cui si sente tutta l'urgenza delle pulsioni liberatorie dell'epoca e che a distanza di più di mezzo secolo da quando fu registrato mantiene intatta la propria forza catartica. Per la confraternita internazionale dell'improvvisazione radicale, Machine Gun è assurto a disco di culto, e a ben vedere è stato un antesignano del punk e degli indirizzi no wave e noise che avrebbero avuto una larga diffusione tra seconda metà degli anni settanta e anni ottanta. "C'era la sensazione molto ingenua - ha avuto occasione di ricordare Brotzman - che noi potevamo avere una piccola parte nel cambiare il mondo": e a suo modo Machine Gun effettivamente ha contribuito a cambiarlo.
Mon, 17 Jul 2023 - 1631 - Peter Brotzmann 1941-2023 (1)
Il 22 giugno è mancato il sassofonista Peter Brotzmann, figura emblematica dell'improvvisazione radicale europea, di cui è stato negli anni sessanta uno dei principali capiscuola. Per questo suo ruolo, per la sua arte, per l'urgenza della sua espressione, per la sua coerenza nel corso dei decenni Brotzmann è stato un simbolo, e si è conquistato grande considerazione e anche grande affetto. In alcune puntate di Jazz Anthology gli rendiamo omaggio con una selezione di sue incisioni: cominciamo con For Adolphe Sax, il suo debutto discografico del '67, con Peter Kowald al contrabbasso e Sven-Ake Johansson alla batteria, un trio classico dell'improvvisazione europea delle origini; e con la sua partecipazione, nella stessa fase, ai primi passi della Globe Unity, cruciale esperienza orchestrale della free music del vecchio continente.
Mon, 10 Jul 2023 - 1630 - Nexus live a All You Need Is Pop (2)
Seconda parte della registrazione del concerto tenuto domenica 11 giugno 2023 da Nexus alla festa di Radio Popolare. Completiamo la puntata con l'avvio di The Dreamtime, eccellente album da poco uscito di Daniele Cavallanti and The Songilnes Band (etichetta Felmay), in cui oltre a Cavallanti e Tononi ritroviamo anche altri musicisti che abbiamo ascoltato nel concerto di Nexus: Cavallanti sax tenore, Roberto Ottaviano sax soprano, Alessandro Castelli e Tony Cattano tromboni, Roberto Frassini Moneta e Andrea Grossi contrabbassi, Tononi batteria.
Mon, 03 Jul 2023 - 1629 - Nexus live a All You Need Is Pop
Per chi non c'era e per chi c'era e riascolterà volentieri, Jazz Anthology in due puntate vi propone la registrazione del concerto tenuto domenica 11 giugno 2023 da Nexus al Teatro La Cucina all'ex Paolo Pini, nell'ambito di All You Need Is Pop, la festa di Radio Popolare: al contrabbasso Roberto Frassini Moneta, al vibrafono Luca Gusella, al trombone Tony Cattano, i due "soci fondatori" di Nexus, Tiziano Tononi alla batteria e e Daniele Cavallanti al sax tenore, e, ospite speciale, al sax soprano Roberto Ottaviano.
Mon, 26 Jun 2023 - 1628 - Sylvie Courvoisier - Cory Smythe: The Rite of Spring -Spectre d'un songe; The Vampires: Nightjar
Pianista svizzera che da un quarto di secolo vive a New York ed è affermata nell'ambito del jazz di ricerca, Sylvie Courvoisier qualche anno fa si è appassionata dalla Sagra della primavera di Stravinski e ne ha elaborato un arrangiamento per solo pianoforte nello spirito di una interpretazione jazzistica, con tutte le liberta del caso: per poi scoprire che la famiglia Stravinski, che detiene il controllo sull'opera del compositore, non consente interpretazioni pianistiche della Sagra che non siano la versione scritta da Stravinski stesso per due pianoforti o per pianoforte a quattro mani. Allora Sylvie Courvoisier ha cercato un pianista adatto a seguire due strade parallele: eseguire la versione pianistica della Sagra per due pianoforti, e, sempre per due pianoforti, interpretare una composizione originale creata da Courvoisier "in dialogo" con Stravinski. Il pianista lo ha trovato in Cory Smythe, ferratissimo dal punto di vista classico, ma anche attivo nel campo dell'improvvisazione con figure della statura di Anthony Braxton. Il risultato, che merita ripetuti ascolti, lo propone l'etichetta Pyroclastic. Non ci capita spesso di ascoltare del jazz proveniente dall'Australia: lo facciamo questa sera ascoltando Nightjar, pubblicato dall'etichetta Earshift Records e intestato a The Vampires, con ospite il pianista Chris Abrahams. I Vampires sono un gruppo nato a Sidney nel 2005; Abrahams è noto come pianista e organista/tastierista del trio australiano di culto Necks, formatosi a Sidney nel 1986.
Mon, 19 Jun 2023 - 1627 - Ground Music Festival: Gabriele Mitelli e Annalisa Luise ospiti di Jazz Anthology
Protagonista fra i più brillanti e dinamici del nostro panorama jazzistico, Gabriele Mitelli è questa sera - assieme ad Annalisa Luise - ospite di Jazz Anthology, ma in veste di direttore artistico: di Ground Music Festival, che si terrà in provincia di Brescia dal 16 al 18 giugno e dal 21 al 23 luglio. In programma diverse forme di espressioni artistiche d'avanguardia: da segnalare, in particolare, il 23 luglio, un prezioso solo di Marc Ribot, uno dei più grandi chitarristi della musica di oggi.
Mon, 12 Jun 2023 - 1626 - The birth of bop: The Savoy 10-Inch Lp Collection
Le prime registrazioni che documentano il bebop - il nuovo, audace linguaggio che irrompe sulla scena del jazz negli anni quaranta - sono effettuate dal vivo fra il '41 e il '43 nei locali di New York in cui i giovani boppers si ritrovano e maturano la fisionomia della loro nuova musica. Le prime registrazioni formali, di studio, di questa tendenza sono invece effettuate nel '44, e - per una serie di motivi - non sono realizzate dalle case discografiche più grandi, ma da etichette più piccole, agili e coraggiose. Diverse delle primissime registrazioni di studio ascrivibili al bebop effettuate nel '44 sono realizzate da un'etichetta nata nel '42, la Savoy, che poi nel corso degli anni quaranta continua a condurre importanti registrazioni di musicisti di ambito bebop. Nei primi anni cinquanta la Savoy pubblica una scelta delle registrazioni bebop effettuate negli anni quaranta in cinque album 10 pollici, con l'intestazione The birth of bop. Adesso la Craft Recordings (Universal) ha ripubblicato la serie dei cinque volumi di The birth of bop della Savoy in altrettanti 10 pollici che riprendono la grafica originaria e mantengono l'identica successione dei brani degli album degli anni cinquanta. The birth of bop, disponibile anche come doppio cd, è una miniera di brani meravigliosi, che ci comunicano l'ebbrezza di una musica straordinariamente innovativa colta nel momento del suo farsi: tra i musicisti che compaiono Charlie Parker, Tiny Grimes, Budd Johnson, un ventiduenne Dexter Gordon, un diciannovenne Stan Getz (sia Gordon che Getz alla loro prima seduta di incisione a proprio nome), Don Byas, Kai Winding, J.J. Johnson, Bud Powell, Max Roach, Fats Navarro, Al Haig, Eddie Lockjaw Davis, Leo Parker, Serge Chaloff, Allen Eager...
Mon, 05 Jun 2023 - 1625 - Nexus alla festa di Radio Popolare: Daniele Cavallanti e Tiziano Tononi ospiti di Jazz Anthology
Incontratisi alla fine degli anni settanta, nel 1980-81 due musicisti milanesi, il sassofonista Daniele Cavallanti e il batterista Tiziano Tononi, danno vita ad un progetto comune, che, legati ad una stagione anche sociale e politica in cui quella collettiva è stata una dimensione tanto importante, scelgono di chiamare Nexus. A oltre quarant'anni di distanza Nexus non solo continua ad essere un esempio anomalo nel jazz italiano di proposta non intestata ad un singolo musicista, ma rappresenta un caso più unico che raro - nel panorama del jazz della penisola ma forse anche europeo - di sodalizio tanto longevo: in questi decenni Nexus si è distinto per la cifra originale, la grande qualità espressiva e l'estrema coerenza con cui ha declinato e elaborato l'iniziale ispirazione proveniente dalle esperienze dell'avanguardia d'oltre oceano degli anni sessanta. Il Top Jazz 2021 del mensile Musica Jazz ha assegnato a Nexus il suo premio alla carriera. Ospiti di Jazz Anthology, Cavallanti e Tononi ripercorrono la vicenda di Nexus e presentano l'esibizione con cui domenica 11 giugno (h. 22, Teatro La Cucina) concluderanno All You Need Is Pop, la festa di Radio Popolare all'ex Paolo Pini. Guest per l'occasione di Nexus, il sassofonista Roberto Ottaviano, proclamato musicista italiano dell'anno dal Top Jazz 2022 di Musica Jazz.
Mon, 29 May 2023 - 1624 - Alexander Hawkins - Angelika Niescier: Soul in Plain Sight; A. Hawkins Mirror Canon: Break a Vase; A. Hawkins Trio: Carnival Celestial (Intakt)
La Intakt ha appena pubblicato Carnival Celestial, album in trio piano (ma anche sintetizzatore e campionamenti), basso e batteria del pianista inglese Alexander Hawkins, uno dei più brillanti, versatili e richiesti fra i musicisti europei di area jazzistica affermatisi nel nuovo millennio. Tra il 2019 e il 2021 avevamo presentato i primi quattro album di Hawkins usciti con l'etichetta svizzera - le puntate le potete trovare in podcast. Nel frattempo la Intakt oltre a Carnival Celestial ha pubblicato altri due cd di Hawkins, non meno meritevoli di attenzione, e in questa puntata ci rimettiamo in pari: il duo con la sassofonista tedesca Angelika Niescier, uscito nel '21, e l'album dell'Alexander Hawkins Mirror Canon, con diversi organici (e la presenza fra gli altri del sassofonista britannico Shabaka Hutchings, diventato ormai un personaggio di culto con gruppi come Sons of Kemet e The Comet is Coming).
Mon, 15 May 2023 - 1623 - Novara Jazz 2023: ospiti Rob Mazurek e Corrado Beldì
Con un denso programma che si articolerà nell'arco delle giornate di due fine settimana lunghi, 1-4 e 8-11 giugno, quest'anno Novara Jazz arriva al ragguardevole traguardo della ventesima edizione: per l'occasione sono nostri ospiti Corrado Beldì, direttore artistico, che ci illustra il cartellone di Novara Jazz 2023, e - per la prima volta a Jazz Anthology - Rob Mazurek, dagli anni novanta - quando è emerso sulla scena del jazz con l'esperienza di Chicago Underground - una delle figure più rappresentative e dinamiche del jazz contemporaneo. Mazurek ci parla dei tre diversi progetti - New Future City Radio, con Damon Locks, Exploding Star Orchestra e Chicago/Sao Paulo Underground - con cui sarà il mattatore di questa edizione: e, in diretta dal palco dell'Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare, ci regala due brani in solo, in uno dei quali combina magistralmente pianoforte, piccolo trumpet, voce e percussioni.
Mon, 08 May 2023 - 1622 - Louis Moholo: dall'esilio alla leggenda (4)
Con i Jazz Epistles di Dollar Brand, Kippie Moeketsi, Hugh Masekela, alla fine degli anni cinquanta il jazz sudafricano si colloca all'altezza dell'hard bop d'oltre Atlantico. Nel '62 diversi membri dei Jazz Epistles sono già all'estero: ma già nel '62 McGregor e Pukwana con i loro Blue Notes hanno avuto il tempo di spingere la loro ricerca più avanti di quella dei Jazz Epistles. Alle soglie della partenza per il festival di Antibes, i Blue Notes fanno un tour d'addio in giro per il paese e vengono documentato dal vivo a Durban, con una registrazione che si è poi tradotta in un album pubblicato dalla Ogun, The Blue Notes Legacy, Live in South Afrika 1964. Rispetto ai brani registrati al principio del '64, in questi brani dal vivo si nota ancora di più la proiezione in avanti dei Blue Notes: Louis Moholo, che in studio sta sul piatto con uno swing piuttosto controllato, è invece molto più esuberante e pirotecnico. Nel luglio '64 i Blue Notes si esibiscono con vivo successo ad Antibes. Alla fine dell'estate si spostano in Svizzera, e suonano otto mesi al club Africana di Zurigo - dove Dollar Brand ha lavorato dopo il suo arrivo in Europa - e al Blue Note di Ginevra. Li aiuta il credito guadagnato negli anni precedenti da Dollar Brand. Ma i Blue Notes non hanno gli appoggi di cui hanno goduto i musicisti della diaspora sudafricana negli Stati Uniti, la Makeba, Masekela, Dollar Brand. Nick Moyake, il più anziano del gruppo, non regge l'esilio, e da Zurigo torna in Sudafrica, dove muore di un tumore al cervello nel '69: è l'inizio dell'aspetto tragico dell'epopea dei Blue Notes. Gli altri vanno a Londra: hanno fra i ventotto e i diciannove anni. Sono lontani da casa, dalle famiglie, dagli amici, in un paese completamente diverso dal loro, e faticano a trovare ingaggi. A causa della mancanza di lavoro il grupo di divide. Dyani e Moholo vengono ingaggiati dal sassofonista americano Steve Lacy, che con il trombettista Enrico Rava sta partendo per una tournée in America latina. Dyani e Moholo si trovano proiettati in una musica completamente libera, nella quale peraltro si muovono completamente a loro agio, come mostra l'album di Lacy The Forest and the Zoo, registrato dal vivo nel '66, un capolavoro della free music degli anni sessanta.
Mon, 12 Jun 2017 - 1621 - Louis Moholo: dall'esilio alla leggenda (3)
Dopo il massacro di Sharpeville del '60, e con una legislazione che in maniera sempre più stringente ostacola l'interazione fra individui di differenti "gruppi razziali", la situazione dei Blue Notes diventa sempre più difficile e pericolosa. Con un bianco fra i suoi membri - Chris McGregor - la composizione mista del gruppo è fonte di problemi estenuanti. I Blue Notes si rendono conto di mettere a rischio non solo la propria sicurezza, ma anche quella di chi viene ad ascoltarli: ma non vogliono smettere di fare musica insieme, e cominciano a ritenere imperativo espatriare. Nelle incisioni realizzate dai Blue Notes all'inizio del '64 si configura via via la fisionomia con cui la formazione si presenterà in Europa: al piano c'è Chris McGregor, al sax alto Dudu Pukwana, al sax tenore Nick Moyake, alla tromba Mongezi Feza; poi Louis Moholo subentra alla batteria, rimpiazzando Early Mabuza. Ormai alle soglie della partenza per l'Europa, dove sono stati invitati a suonare al prestigioso festival di Antibes, i Blue Notes si ritrovano con il contrabbassista Sammy Maritz malato: ingaggiano allora Johnny Dyani, un contrabbassista giovanissimo - ha solo sedici anni - ma che sa il fatto suo.
Mon, 05 Jun 2017 - 1620 - Don Cherry: la ristampa di Song of Soil di Masahiko Togashi
Originariamente pubblicato solo in Giappone, grazie ad una meritoria ristampa dell'etichetta francese Wewantsounds è tornato da poco disponibile, in vinile e cd, l'album Song of Soil, intestato al batterista giapponese Masahiko Togashi e registrato a Parigi nel '79 in trio con Don Cherry e Charlie Haden. All'epoca Cherry e Haden erano nella capitale francese e suonavano alla Chapelle des Lombards; negli anni sessanta enfant prodige della batteria e fra i pionieri del free jazz nipponico, poi vittima di un incidente che lo lasciò paralizzato dalla vita in giù ma che non fermò la sua carriera, Togashi riuscì ad avere l'ok per l'incisione da Martin Meissonier, all'epoca agente/tuttofare di Don Cherry, e arrivò appositamente a Parigi dal Giappone. Oltre che per la qualità della musica, questa ristampa di Song of Soil si distingue anche per il libretto di accompagnamento, che oltre ad un profilo di Togashi, comprende un testo con passaggi di intervista a Meissonier. Già animatore di programmi radiofonici e giornalista a Libération, Meissonier, che sarebbe poi stato una figura chiave della fase di lancio della musica africana e della world music negli anni ottanta, lavorò per Don Cherry dalla seconda metà degli anni settanta all'81, e offre un ritratto di prima mano, molto interessante e delizioso, del Don Cherry che in quegli anni era un assiduo frequentatore della capitale francese: ""Già ai tempi di France Musique avevo preso il gusto per una mentalità aperta: ma con Don ero passato alla pratica".
Mon, 01 May 2023 - 1619 - 25 aprile: l'antifascismo di Charlie Haden
Nell'aprile del 1969 Charlie Haden riunisce a New York una straordinaria compagine, con cui registra l'Lp Liberation Music Orchestra. Nel passaggio fra anni sessanta e settanta l'album fra epoca: è uno dei dischi che rappresentano il canto del cigno del free jazz, e, carico delle urgenze degli anni sessanta, è allora - e rimane a tutt'oggi - uno dei più riusciti esempi di impegno politico nel jazz. Fra i brani Song of the United Front, scritta nel '34 da Eisler/Bracht per sostenere il fronte unito fra socialdemocratici e comunisti nella lotta contro il nazismo. Nell'album Song of the United Front precede una ampia medley in cui con straordinario pathos l'orchestra interpreta tre canzoni repubblicane della guerra di Spagna. Nel disco Haden ha anche l'ardire di inserire una sua composizione - Song for Che - dedicata ad Ernesto Che Guevara, che era stato ucciso solo due anni prima. Haden pagherà cara la sua audacia politica: benché l'album venga considerato un capolavoro, per anni Haden non riuscirà ad incidere album a suo nome, e dovrà aspettare l'82 per incidere un'altro album orchestrale nello spirito di Liberation Music Orchestra, The Ballad of the Fallen, nel quale torna fra l'altro sulla guerra civile spagnola e dedica un brano a Dolores Ibarruri, la Pasionaria di "No pasaran". Nel '71, durante un concerto del quartetto di Ornette Coleman a Cascais, in Portogallo, Haden dedica il suo Song for Che "ai movimenti di liberazione dei popoli neri del Mozambico, dell'Angola e della Guinea", che stanno conducendo la lotta armata contro il colonialismo portoghese: in Portogallo c'è la dittatura fascista di Marcelo Caetano e Haden viene arrestato dalla polizia politica. Il 25 aprile 1974 Caetano è rovesciato da un sollevamento di militari democratici. In The Ballad of The Fallen Haden interpreta Grandola Villa Morena, la canzone che poco dopo la mezzanotte del 24 aprile aveva dato il segnale di inizio dell'operazione insurrezionale, mentre nel '76 intitola For a Free Portugal un suo duo con Paul Motian, in cui campiona il sonoro di un'azione militare del Movimento di Liberazione dell'Angola.
Mon, 24 Apr 2023 - 1618 - In arrivo il festival Zuma
Ospiti di Jazz Anthology, Roberto Maggioni, Davide Zolli e Davide Domenichini presentano Zuma, un festival milanese informale e fuori dagli schemi, fra musica (molto altro ma anche jazz, per esempio lo storico batterista dell'Art Ensemble of Chicago, Don Moyé) e controcultura, che arriva alla sua terza edizione: slogan, "tre giorni di musica, amore e giochi".
Mon, 29 May 2017 - 1617 - more miles to go: Walter Prati e Daniele Cavallanti ospiti di Jazz Anthology
Allegato al numero di aprile del mensile Musica Jazz, esce in cd "more miles to go", un lavoro concepito e realizzato da Walter Prati, con la sua Experimental Music Company. Il riferimento a Miles Davis è duplice: nella scelta delle composizioni rivisitate (Nardis, In A Silent Way, Solar...), ma anche nel procedimento di post-produzione con cui i brani sono stati elaborati, che richiama il lavoro d'avanguardia del produttore Teo Macero su album di Miles Davis come Bitches Brew e On The Corner. Ospiti in studio a parlarci di "more miles to go" (che sarà presentato dal vivo a Milano il 28 aprile alla Fabbrica del vapore) Walter Prati e Daniele Cavallanti, uno dei musicisti coinvolti in questo progetto.
Mon, 17 Apr 2023 - 1616 - Ella & Louis. The Complete Norman Granz Sessions
Ella & Louis è il titolo del primo dei tre album raccolti nel triplo Cd pubblicato dalla One Records: si tratta di tre album famosissimi, ma che è sempre un piacere riascoltare. A corredo la ristampa propone anche due duetti della Fitzgerald e di Armstrong durante un famoso concerto all'Hollywood Bowl, che comprendeva un ampio cast di musicisti, fra cui Art Tatum: quel concerto, tenutosi alla vigilia della registrazione di Ella & Louis, rappresentò la loro prima registrazione assieme per l'impresario Norman Granz. La Fitzgerald e Armstrong appartenevano a due generazioni diverse: quando negli anni trenta Ella muove i primi passi della sua carriera, Armstrong è già riconosciuto come un fuori classe: e prima di questi album le loro incisioni comuni sono poche. Per vari motivi che spieghiamo in questa puntata, l'operazione messa in piedi da Granz con Ella & Louis era complessa e non priva di rischi, ma tutto funzionò egregiamente, e l'album ebbe un eccellente risultato di vendite, tanto che Granz pensò rapidamente ad un bis, l'album Ella & Louis Again, inciso nel '57, a cui seguì poi l'interpretazione di Porgy & Bess, incisa a ruota sempre nel '57.
Mon, 01 May 2017 - 1615 - Corrado Beldì ospite di Jazz Anthology
Corrado Beldì ci presenta l'edizione 2017 del festival di Novara Jazz, di cui è direttore artistico.
Mon, 22 May 2017 - 1614 - Louis Moholo: dall'esilio alla leggenda (2)
Nato nel 1940 nella township di Langa, negli anni cinquanta Louis Moholo si è fatto una notevole esperienza sia in piccoli gruppi che in big band. Nel '63 suona - sostituendo all'ultimo momento il batterista titolare Early Mabuza - con la big band riunita da Chris McGregor a Johannesburg. Al principio del '64 i Blue Notes incidono alcuni brani in cui man mano si delinea la formazione con cui poi il gruppo nel '64 si presenterà al festival francese di Antibes.
Mon, 15 May 2017 - 1613 - Louis Moholo: dall'esilio alla leggenda (1)
Prendendo spunto dalla sua partecipazione alla prossima edizione del festival di Novara Jazz, con alcune puntate rendiamo omaggio a Louis Moholo, figura storica della diaspora del jazz sudafricano in Europa, diaspora causata dall'apartheid. Nel Continente Nero il Sudafrica è il caso unico di un paese nel quale nel Novecento si assiste ad una vera e propria declinazione - spesso peraltro molto originale - delle forme del jazz degli Stati Uniti. Alla fine degli anni cinquanta il jazz sudafricano esprime una forte maturità, e in alcune sue punte, come i Jazz Epistles che si formano nel '59, è già in sintonia con l'hard bop di oltre Atlantico. Il '60 è un anno spartiacque: con il massacro di Sharpeville l'apartheid comincia a mostrare il suo volto più crudele: molti musicisti cominciano a pensare all'esilio. Miriam Makeba è in Europa già dal '59, e prosegue per gli Stati Uniti. Nel '61 nella township di Langa (Cape Town) si incontrano il pianista bianco Chris McGregor e il sax alto Dudu Pukwana. Nel '62 a Johannesburg si forma un gruppo, che viene chiamato Blue Notes, con McGregor, Pukwana, Nick Moyake al sax tenore, Mongezi Velo al basso e Early Mabuza alla batteria; nel gruppo viene cooptato il giovanissimo trombettista Mongezi Feza. Nel '63 McGregor riesce a riunire per una registrazione e una esibizione a Johannesburg una big band con componenti selezionati tra i migliori jazzisti del paese: Early Mabuza non arriva al concerto e viene sostituito da un giovane batterista di Langa, Louis Moholo.
Mon, 08 May 2017 - 1612 - Wadada Leo Smith: Fire Illuminations (Kabell)
Mentre un po' per volta continua il nostro work in progress di ricostruzione cronologica della carriera di Wadada Leo Smith, dedichiamo una puntata extra al suo album più recente, Fire Illuminations: Wadada lo ha ha appena pubblicato - solo in digitale - con la Kabell, l'etichetta personale con cui mezzo secolo fa il trombettista fece uscire i primi album a suo nome. Il 5 e 6 maggio Waddada Leo Smith sarà al festival Angelica, a Bologna, per le sue prime due (e per il momento uniche) date europee dopo il covid: a ottantun anni, Wadada è in piena attività e ad alto livello, come testimonia già il tenore della formazione impegnata in questo album, denominata Orange Wave Electric: Nels Cline, Brandon Ross e Lamar Smith alle chitarre elettriche, Bill Laswell e Melvin Gibbs ai bassi elettrici, Pheeroan AkLaff alla batteria, Mauro Refosco alle percussioni, Hardedge all'elettronica. Album autorevole e lucido, Fire Illuminations sta dalle parti del Wadada Leo Smith le cui radici artistiche affondano nel blues del Delta e poi affascinato dal Miles Davis elettrico: è il prodotto di una serie di sedute di incisione condotte con diverse configurazioni della formazione, e di un intenso lavoro di post-produzione, il tutto nell'arco di quattro anni. Fire Illuminations è la prima di diverse uscite di Leo Smith previste per il 2023. Uno dei brani dell'album è dedicato al grande Tony Williams, due portano nel titolo Muhammad Ali: "Muhammad Ali's Spiritual Horizon" e "Muhammad Ali and George Foreman's Rumble in Zaire Africa".
Mon, 10 Apr 2023 - 1611 - 50 anni dopo: il Gaetano Liguori Idea Trio in diretta a Jazz Anthology
A Milano nei primi anni settanta fu attivo per un breve periodo un locale che è rimasto ben presente nella memoria degli appassionati dell'epoca: il Jazz Power di piazza del Duomo, sopra il bar Motta, dove, con la direzione artistica di Franco Fayenz, si esibirono gruppi come quelli di Gato Barbieri, Jean-Luc Ponty, Keith Jarrett, solo per fare qualche nome per quanto riguarda il jazz internazionale, e molti dei più importanti jazzisti italiani. Il 3 aprile 1973, era un sabato, nella programmazione pomeridiana il Jazz Power tenne a battesimo un gruppo destinato, con la sua impronta free e la sua fisionomia innovativa (in particolare il basso elettrico invece del contrabbasso), a fare epoca sulla scena del jazz italiano degli anni settanta: il trio del pianista Gaetano Liguori con Roberto Del Piano al basso e Filippo Monico alla batteria. Siamo al 3 aprile 2023, sono passati esattamente cinquant'anni, e Gaetano Liguori, Roberto Del Piano e Filippo Monico sono sul palco dell'Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare per un concerto in diretta per Jazz Anthology: con qualche racconto sui primi passi di questo storico trio, e intatta la passione di tanti anni fa nel suonare assieme.
Mon, 03 Apr 2023 - 1610 - Louis Armstrong e Duke Ellington: The Great Summit; Duke Ellington: Festival Session
Pur conoscendosi fin dagli anni venti, Louis Armstrong e Duke Ellington ebbero in realtà fino agli anni sessanta solo marginali occasioni di avere a che fare musicalmente l'uno con l'altro. La prima occasione di un qualche rilievo fu nel '60 a Parigi, quando si trovarono a lavorare per il film Paris Blues, della cui colonna sonora era stato incaricato Ellington, che la realizzò assieme a Billy Strayhorn: Armstrong nella pellicola aveva anche un ruolo come attore, e suonò in un paio di brani della colonna sonora, in nessuno dei quali Ellington intervenne però come pianista. Ma l'anno successivo Armstrong e Ellington incisero insieme a New York, e dal materiale vennero ricavati due album, il primo dei quali uscì col titolo Together For The First time, in cui Armstrong interpretava brani di Ellington, con il Duca al piano, mentre gli altri musicisti erano del gruppo di Armstrong. Ora la collana Jazz Images (ce ne siamo occupati due settimane fa a proposito della ristampa di due album di Oscar Peterson) offre Paris Blues come bonus della ristampa in Cd (ma l'album è disponibile anche in Lp) di Together For The First Time: il titolo della ristampa è The Great Summit. La stessa collana propone anche la ristampa di Festival Session, un album in cui, nel '59, Ellington in studio fissa materiale che aveva presentato ai festival di Newport e al Playboy Festival di quell'anno.
Mon, 24 Apr 2017 - 1609 - Jazz Anthology di lunedì 27/03/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 27 Mar 2023 - 1608 - Jazz Anthology di lunedì 20/03/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 20 Mar 2023 - 1607 - Oscar Peterson: The Complete Duke Ellington Song Books
The Complete Duke Ellington Song Books è un doppio Cd pubblicato dalla Essential Jazz Classics, che contiene: l'album Oscar Peterson Plays Duke Ellington, inciso in mono nel '52 in trio con Barney Kessel alla chitarra e Ray Brown al basso; un secondo album, Oscar Peterson Plays the Duke Ellington Song Book, per il quale nel '59 Peterson reincide esattamente gli stessi dodici brani di Ellington, ma questa volta in stereo e in trio sempre con Ray Brown al contrabbasso ma con Ed Thigpen alla batteria; infine, un assortimento di brani di Ellington - che occupa un intero Cd - interpretati da Peterson in varie formazioni, tanto in studio che dal vivo: fra questi materiali, le prime incisioni di brani di Ellington realizzate da Peterson ancora negli anni quaranta nella sua città, Montreal, in Canada. In una intervista del '79 riportata nelle note di questa ristampa, Peterson dice: "Cerco sempre di inserire qualcosa di Ellington in ogni concerto che faccio: lo considero quasi obbligatorio".
Mon, 17 Apr 2017 - 1606 - Oscar Peterson: Affinity; West Side Story
La collana Jazz Images propone, in Lp e Cd, Affinity, un album di Oscar Peterson inciso nel '62 in trio con Ray Brown al contrabbasso e Ed Thigpen alla batteria: il titolo Affinity è proprio un riferimento all'intesa e all'affiatamento dei tre grandi musicisti. Affinity si apre con Waltz for Debby, il fortunato brano di Bill Evans che appare per la prima volta nella discografia di Peterson per la prima volta con questo album e che sarebbe poi entrato a fare stabilmente parte del repertorio del pianista. La versione in Cd della ristampa è completata dalla riproposizione di un altro album di Peterson, West Side Story, inciso in trio sempre nel '62. All'epoca, sulla base del successo del musical e poi del film, la musica di Bernstein per West Side Story era già stata ripresa da molti. Solitamente il trio di Peterson usava le esibizioni dal vivo come rodaggio per mettere a punto delle interpretazioni che solo dopo venivano fissate in sala d'incisione: in questo caso invece il materiale non era stato impiegato dal vivo, e non c'era stata neanche una particolare preparazione a monte dell'incisione, nella quale il trio utilizzò le musiche di West Side Story con un approccio piuttosto spontaneo.
Mon, 10 Apr 2017 - 1605 - Eddie "Lockjaw" Davis with Shirley Scott: Cookin' with Jaws and the Queen
In un cofanetto di quattro Cd l'etichetta Craft Recordings ripropone debitamente rimasterizzati dai nastri originali quattro album per la Prestige registrati in tre sedute nel corso del '58 dal sax tenore Eddie "Lockjaw" Davis e dalla organista Shirley Scott: gli album furono pubblicati col titolo di Cookbook, volumi 1, 2 e 3, e di Smokin'. Avviato alla metà degli anni cinquanta, il sodalizio di Eddie Davis e Shirley Scott è stato magistrale nell'ambito di un hard bop legato al blues e al rhythm'n'blues, nel filone soul jazz: un sodalizio che ha anche molto contribuito a popolarizzare la formula sax tenore/organo. Vigoroso, esuberante, sensuale, e di grande effervescenza in travolgenti improvvisazioni su tempo veloce, Eddie Davis è stato uno dei migliori sax tenori della sua epoca, e ha trovato in Shirley Scott, nata come pianista, organista sensibile, con grandi doti come accompagnatrice, una partner ideale. Tra i grandi motivi di fascino di queste incisioni, la abbondante presenza di Jerome Richardson al flauto, un musicista che è stato molto importante per la valorizzazione di questo strumento nel jazz.
Mon, 13 Mar 2023 - 1604 - Toshinori Kondo (2)
Dedicato ad Albert Ayler, registrato dal vivo a Berlino nel '93, pubblicato dalla Fmp, etichetta di riferimento dell'improvvisazione europea, Die Like a Dog è un album classico degli anni novanta, con un quartetto che riunisce all'insegna dell'improvvisazione tre continenti: il sassofonista Peter Brotzmann, caposcuola dell'improvvisazione europea, Kondo, giapponese, e gli americani William Parker al contrabbasso e Hamid Drake alla batteria. In queste due puntate troviamo Kondo con la sua tromba in quattro situazioni molto diverse: nell'improvvisazione radicale newyorkese della seconda metà degli anni settanta, nella sua musica elettrica degli anni ottanta-novanta, in Die Like a Dog in cui l'improvvisazione appare più vicina a quella del free jazz storico, e per finire in una situazione ulteriormente diversa, il live Eternal Triangle in trio con Massimo Pupillo, basso ed elettronica, e Tony Buck, batteria. Quattro situazioni che valgono come testimonianze della versatilità di Kondo, del suo talento che è consistito anche nell'essere pertinente, centrato, rispetto a contesti molto differenti. Recentemente pubblicato da I dischi di Angelica, Eternal Triangle è stato registrato nel maggio 2019 a Bologna nell'ambito del festival di Angelica. Kondo è mancato un anno e mezzo dopo, nell'ottobre 2020. Scrive Massimo Pupillo in una nota di copertina: "Non sapevamo certo che quel live sarebbe stato l'ultimo di Toshinori Kondo fuori dal Giappone e il suo ultimo concerto con una band".
Mon, 06 Feb 2023 - 1603 - Ada Montellanico: Abbey's Road
Una puntata a cavallo fra attualità discografica e storia, con l'album della cantante Ada Montellanico Abbey's Road: un lavoro di pregio, e un'occasione per ricordare la vicenda e l'arte della grande Abbey Lincoln a cui è dedicato.
Mon, 03 Apr 2017 - 1602 - 1917 (5)
Tornata dalla trionfale trasferta in Gran Bretagna, nei primi anni venti la Original Dixieland Jazz Band continua ad incidere, ma deve fronteggiare la concorrenza di formazioni che sono nate sulla scia del suo successo e anche - con l'affermarsi della grandi compagini di Paul Whiteman - l'emergere di nuove proposte e nuovi gusti; inoltre una serie di provvedimenti di ordine pubblico creano delle restrizioni al jazz nei locali, e la Original deve ripiegare su Harlem, dove il jazz continuava a mantenere una maggiore agibilità. Nel '24, esaurito e stanco, La Rocca scioglie la formazione e fa ritorno a New Orleans. Ma alla metà degli anni trenta, sentendo che le formazioni di successo dello swing che stava tenendo banco riproponevano in nuove confezioni diversi cavalli di battaglia della Original, La Rocca decide di far vedere ad una nuova generazione da dove veniva quella musica e ricostituisce la vecchia band. La rentrée ebbe grande successo, e nel settembre del '36 la Original tornò in studio per altre incisioni, fino ad un'ultima seduta nel novembre delo stesso anno. Il successo continuò, ma nel '38 La Rocca, stanco delle tensioni che erano riemerse nel gruppo, sciolse definitivamente la Original e tornò a New Orleans dove lavorò come appaltatore edile e dove poi morì nel 1961.
Mon, 27 Mar 2017 - 1601 - Turiya: Hamid Drake ospite di Jazz Anthology
Presentata lo scorso anno in diversi importanti festival europei (Parigi, Berlino, Guimaraes, Lubiana, Skopje...), Turiya, la celebrazione di Alice Coltrane concepita da Hamid Drake, sabato 25 marzo arriva finalmente anche in Italia, grazie a Bergamo Jazz: per l'occasione Hamid Drake, uno dei più grandi batteristi del jazz contemporaneo e una lunga carriera di assoluto rilievo, è ospite di Jazz Anthology, assieme a Ludmilla Faccenda che ci aiuta nella conversazione, nel nostro auditorium Demetrio Stratos. Hamid Drake ci racconta che cosa hanno rappresentato e continuano a rappresentare per lui - che giovanissimo ebbe occasione di incontrarla - la musica e la spiritualità di Alice Coltrane, come ha creato Turiya - in cui si fondono musica, danza, canto, spoken word - e come ha scelto i performer che ha coinvolto; nell'ultima parte della trasmissione, Hamid Drake ci offre poi in diretta uno splendido esempio di canto legato ad una dimensione spirituale, accompagnandosi con un tamburo a cornice, strumento di cui è un virtuoso.
Mon, 06 Mar 2023 - 1600 - Wadada Leo Smith (14)
Nel gennaio dell'81, prima di tornare in Europa per lavorare nuovamente in trio (come abbiamo visto nella puntata precedente) con Peter Kowald e Gunter Sommer, Leo Smith partecipa ad una registrazione in Connecticut con una compagine orchestrale; si tratta di un terzo importante capitolo delle sue esperienze orchestrali di questa fase, dopo la partecipazione alla Creative Orchestra diretta da Braxton nel '78 e la direzione da parte dello stesso Smith di un'altra Creative Orchestra nel '79: l'album esce intestato a Creative Improvisors Orchestra, col titolo The Sky Cries The Blues. Nell'81 la pubblicazione da parte dell'editore Nistri Lischi di Pisa, col titolo Note sulla natura della musica, dei testi di Leo Smith pubblicati negli Stati uniti nel '73 col titolo Creative Music, più altri testi scritti fino al '79, consolida in Italia lo status di Leo Smith come figura emblematica dell'improvvisazione e della musica appunto "creativa". Intanto in questo periodo Smith è protagonista di una espansione della sua estetica che non coincide con la sua immagine di improvvisatore puro e duro: in alcuni suoi album Smith si richiama al blues quando non addirittura al reggae - Smith guarda non superficialmente alla cultura rastafariana ed è molto legato alla figura di Bob Marley - ed è in questo senso in sintonia con il concetto di Great Black Music caro all'Art Ensemble of Chicago. Degli assaggi di questa espansione in direzione blues si trovano in Procession of the Great Ancestry, registrato nell'83 ma pubblicato diversi anni dopo, nell'89.
Mon, 27 Feb 2023 - 1599 - Dino Betti van der Noot ospite di Jazz AnthologyMon, 20 Mar 2017
- 1598 - 1917 (4)
Continuiamo a ripercorrere la vicenda della Original Dixieland Jazz Band: la circolazione dei dischi della Original, molti dei quali incisi durante la trasferta in Gran Bretagna del '19-20, è sostanziale nel cominciare a sedimentare un repertorio jazzistico che diventa di riferimento per il jazz della prima metà degli anni venti. Siamo in un mondo ancora senza radio: le prime trasmissioni regolari della storia della radiofonia vengono mandate in onda proprio in Gran Bretagna nel febbraio del '20; ma già nel '19, per esempio, a Milano una formazione che si chiama Orchestra del Trianon incide una versione di At The Jazz Band Ball, che l'Original aveva già inciso in precedenza e reinciso appena arrivata a Londra. Nel '20 la Original rientra in patria: il ritorno è trionfale, ma la Original si deve adattare ad una scena musicale e ad un gusto che sono nel frattempo già rapidamente cambiati. Nella prima parte della trasmissione ascoltiamo tre brani dall'album postumo della cantante saharawi Mariem Hassan, La voz indomita del Sahara Occidental, pubblicato dall'etichetta Nubenegra.
Mon, 13 Mar 2017 - 1597 - Omaggio a Burt Bacharach (2): Great Jewish Music - Burt Bacharach
Nel '92 John Zorn e Marc Ribot firmarono un manifesto sulla "nuova cultura radicale ebraica": trent'anni fa la presa di posizione di Zorn e Ribot rappresentò uno spartiacque rispetto alla percezione della presenza ebraica nella musica americana innovativa del Novecento, molto più diffusa di quello che si era abituati a pensare: dalla maggior parte dei grandi autori del Great American Songbook e fino a Bacharach, da moltissimi dei più importanti jazzmen bianchi ad alcune decisive figure del rock, come Bob Dylan, Lou Reed, Iggy Pop, da un minimalista come Steve Reich a molti degli americani di Musica Elettronica Viva, e poi moltissimi dei protagonisti dell'avantgarde bianca newyorkese emersa fra anni settanta e ottanta di cui Zorn è stato il catalizzatore. Nel '95 Zorn con la sua etichetta Tzadik vara la collana Great Jewish Music, nella quale nel '97 pubblica un doppio Cd dedicato alla musica di Bacharach: prodotto da Zorn, con venti brani realizzati da un ampio assortimento di formazioni e artisti, da Wayne Horvitz a Dave Douglas, da Marc Ribot a Joey Baron, da Zeena Parkins a Ikue Mori, da Medeski Martin and Wood a Bill Frisell, il volume della Tzadik è un originale omaggio a Bacharach e un brillante spaccato della scena avantgarde newyorkese di fine Novecento.
Mon, 20 Feb 2023 - 1596 - 1917 (3)
Prima di tornare ad altri aspetti della presenza del jazz nel 1917, in questa puntata continuiamo a ripercorrere il prosieguo della vicenda della Original Dixieland Jazz Band - che nel '17 ha inciso il primo disco della storia di questa musica - e in particolare la sua lunga e clamorosa trasferta in Gran Bretagna nel 1919-20. Nella prima parte della trasmissione presentiamo Social Music, primo album di Molester Smiles, collettivo nato da un'idea di Enrico Merlin, chitarrista e grande specialista del Miles Davis elettrico.
Mon, 06 Mar 2017 - 1595 - Omaggio a Burt Bacharach (1): Stan Getz, What The World Needs Now
L'8 febbraio è mancato a 94 anni Burt Bacharach, uno dei più grandi autori di canzoni della seconda metà del secolo scorso. Nato nel '28, Bacharach, che studiava pianoforte classico fin dall'infanzia, da ragazzo aveva maturato un forte interesse per il jazz, e negli anni quaranta a New York con degli espedienti (non era ancora maggiorenne) riusciva ad infilarsi nei locali della 52esima Strada, il laboratorio del nuovo rivoluzionario linguaggio del jazz, il bebop; poi nei suoi studi musicali aveva approfondito l'armonia utilizzata nel jazz, e anche a questo rapporto con il jazz va ricondotta l'originalità e la complessità (dietro l'apparenza "easy") dei suoi successi. In questa puntata gli rendiamo omaggio ricordando il caso più ampio e organico di attenzione a Bacharach in ambito jazzistico nel periodo in cui Bacharach fa epoca: l'album di Stan Getz, registrato fra il '66 e il '68, What The World Needs Now. Nell'ultima parte della trasmissione proponiamo poi un assaggio della fortuna jazzistica di Bacharach negli anni sessanta, con suoi brani interpretati da Sinatra/Basie, Ella Fitzgerald, Bill Evans, Sarah Vaughan.
Mon, 13 Feb 2023 - 1594 - Tiziano Tononi ospite di Jazz AnthologyMon, 27 Feb 2017
- 1593 - Arrigo Cappelletti ospite di Jazz AnthologyMon, 20 Feb 2017
- 1592 - 1917 (2)
Il primo disco della storia del jazz, inciso dalla Original Dixieland Jass Band nel febbraio del '17, vende nel corso dell'anno la bellezza di un milione e mezzo di copie, e sull'onda del suo clamoroso successo, la formazione torna più volte in studio nel '17 e nella prima metà del '18. Nella prima parte della trasmissione, per l'attualità discografica,il Cd doppio della Essential Jazz Classics che raccoglie tutto il Thelonious Monk in solo registrato in studio fra il '54 e il '62.
Mon, 06 Feb 2017 - 1591 - 1917 (1)
Prima puntata di una serie in cui Jazz Anthology torna indietro di un secolo, al 1917: in cui il 26 febbraio, la Original Dixieland Jass Band incide il primo disco della storia del jazz.....Nella prima parte della trasmissione, per l'attualità discografica, l'album The Chamber Music Effect del trio svizzero Vein.
Mon, 23 Jan 2017 - 1589 - Toshinori Kondo (1)
Prendiamo spunto dalla recente uscita di Eternal Triangle, live del trio di Toshinori Kondo, Massimo Pupillo e Tony Buck registrato nel 2019 al festival di Angelica (pubblicato da I dischi di Angelica), per ricordare il trombettista giapponese, mancato a 71 anni nell'ottobre 2020. Kondo approda a New York nel '78, e si inserisce nel giro dell'improvvisazione radicale e delle sperimentazioni, un ambiente da cui stanno emergendo le nuove tendenze che caratterizzano la scena newyorkese della seconda metà dei settanta e degli ottanta: le improvvisazioni '78-79 documentate da album della etichetta Ictus di Andrea Centazzo, con Centazzo, Polly Bradfield, Eugene Chadbourne, Tom Cora e il giovane John Zorn, destinato a fare molta strada, testimoniano del temperamento di Kondo in un contesto free e della sua maestria negli effetti. Negli ottanta Kondo si indirizza però anche verso una musica che impiega strumentazione elettrica ed elettronica, e che sul piano dei ritmi guarda al rock, alla black music, alla dance: un album come Brain War, del principio degli anni novanta, rappresenta bene la sua band Kondo Ima, che ottiene buoni riscontri commerciali.
Mon, 30 Jan 2023 - 1588 - Jazz Anthology di lunedì 23/01/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 23 Jan 2023 - 1587 - Grandi inediti – Erroll Garner: Symphony Hall Concert
Nel 2021, in cui ricorrevano cento anni dalla nascita di Erroll Garner, sono stati pubblicati un album (cd o Lp) con una selezione di brani da una esibizione del trio di Garner alla Symphony Hall di Boston nel '59, e un box celebrativo, contenente fra l'altro in tre Lp l'integrale di quel concerto. Garner è stato uno dei più grandi pianisti della storia del jazz, e anche uno dei personaggi del jazz più amati dagli appassionati: e ascoltando la musica di Garner alla Symphony Hall non è difficile capire perché. C'è chi ha detto che il segreto della musica di Garner è stato che il pianista era una persona risolta, felice: e molta della bellezza della musica di Gerner sta in questo suo slancio positivo, gioioso, contagioso. Ma Garner non è solo esuberante: in effetti la sua composizione più celebre, Misty, che naturalmente interpreta anche alla Symphony, è una ballad. C'è qualcosa di ironico nel fatto che Garner - del resto per niente compassato, e vocalizzando senza inibizioni come era sua abitudine mentre suonava - si esibisse in un tempio della musica classica come la Symphony Hall, dimora della prestigiosa Boston Symphony Orchestra: autentico prodigio, Garner era diventato un pianista fenomenale senza saper leggere neanche un rigo di musica.
Mon, 07 Feb 2022 - 1586 - Jazz Anthology di lunedì 16/01/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 16 Jan 2023 - 1585 - Jazz Anthology di lunedì 09/01/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 09 Jan 2023 - 1584 - Jazz Anthology di lunedì 02/01/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 02 Jan 2023 - 1583 - Jazz Anthology di lunedì 26/12/2022
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 26 Dec 2022 - 1582 - Roberto Ottaviano, Alexander Hawkins: Charlie's Blue Skylight; Roberto Ottaviano: Skins
Prima che cali il sipario sul 2022, anno del centenario della nascita di Charles Mingus, ascoltiamo l'album che appunto quest'anno Roberto Ottaviano e Alexander Hawkins hanno consacrato a composizioni del grande contrabbassista, Charlie's Blue Skylight (pubblicato da Dodicilune). La collaborazione fra il sassofonista pugliese e il pianista inglese dura ormai da diversi anni, e l'intesa fra i due musicisti è alla base della felice formula con cui Ottaviano e Hawkins hanno scelto di affrontare il repertorio mingusiano, quella di un essenziale duo sax soprano (di cui Ottaviano è un grande specialista) e pianoforte, che appare di brillante agilità, freschezza, respiro. Assieme ai brani di Charlie's Blue Skylight ascoltiamo anche una traccia da Skins, album in solo di Ottaviano (pubblicato da Produzioni Discografiche nel Gioco del Jazz) registrato nella chiesa rupestre di San Nicola, in Puglia. P.S. Nel frattempo il Top Jazz 2022, referendum del mensile Musica Jazz, i cui risultati sono stati resi noti nel gennaio 2023, ha proclamato Roberto Ottaviano "musicista italiano dell'anno", mentre Charlie's Blue Skylight si è aggiudicato il terzo posto fra i dischi italiani dell'anno.
Mon, 19 Dec 2022 - 1581 - Wadada Leo Smith (13)
A cavallo fra anni settanta e ottanta, Leo Smith collabora e gira in tour in Europa con il contrabbassista Peter Kowald e con il batterista Gunter Sommer, tedesco dell'ovest il primo e dell'est il secondo, entrambi figure di primissimo piano della musica improvvisata europea. Per tutta una fase i protagonisti della produzione della Fmp, etichetta - nata alla fine degli anni sessanta - di riferimento dell'improvvisazione tedesca ed europea, erano stati improvvisatori tedesco-occidentali, olandesi, inglesi, scandinavi e svizzeri. Il primo allargamento di orizzonti era avvenuto all'interno dell'area tedesca, con pionieristici contatti con improvvisatori tedesco-orientali, fra i quali Sommer. Il trio Smith-Kowald-Sommer testimonia di questo e di un ulteriore allargamento, cioè il dialogo della Fmp e dei suoi improvvisatori con i più avanzati improvvisatori afroamericani: Leo Smith è un battistrada di questo dialogo, che avrà poi importanti sviluppi nel lavoro della Fmp (che negli anni ottanta stabilirà un importante rapporto con Cecil Taylor). Intanto al principio degli anni ottanta Leo Smith attira l'interesse anche del produttore Giovanni Bonandrini, attivo a Milano (negli anni ottanta viene più volte proclamato produttore dell'anno dal referendum della rivista di jazz americana Down Beat), che nell'82 pubblica Go in Numbers, live del quartetto di Smith registrato a New York nel gennaio del 1989.
Mon, 12 Dec 2022 - 1580 - Libri - Roberto Masotti: You Tourned The Tables On Me; Markus Muller: Free Music Production: The Living Music; Angela Davis: Blues e femminismo nero; Paul Bley con David Lee: Liberare il tempo
In questa puntata passiamo in rassegna quattro importanti libri usciti quest'anno. You Tourned The Tables On Me è la nuova edizione (editore seipersei), in formato più grande, di un classico di Roberto Masotti, il grande fotografo mancato nell'aprile scorso: un lavoro emblematico della trasversalità dell'approccio di Masotti alla scena musicale degli anni settanta. Curato da Markus Muller, Free Music Production: The Living Music (testi in inglese o tedesco), è un monumento alla Fmp, l'etichetta tedesca che è stata il principale riferimento discografico per l'improvvisazione radicale europea. Blues e femminismo nero (Edizioni Alegre) è un fondamentale e illuminante saggio di Angela Davis - autrice che non ha bisogno di presentazioni - sulle istanze protofemministe presenti nella produzione di Ma Rainey, Bessie Smith e Billie Holiday: una traduzione che si attendeva da anni. Come quella di Liberare il tempo di Paul Bley, pubblicato nella eccellente collana Chorus di Quodlibet: autobiografia molto stimolante e allo stesso tempo godibile per la vena di humour che la percorre di uno dei più grandi pianisti emersi nel jazz della seconda metà del novecento.
Mon, 05 Dec 2022 - 1579 - Samara Joy: Linger Awhile; Buechi, Hellmuller, Jerjen: Moontrail
Fra i nuovi, giovani personaggi che sono emersi negli ultimissimi anni sulla scena del jazz un posto di riguardo spetta certamente a Samara Joy, afroamericana, 24 anni, nel 2019 rivelazione della Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition. Fino a questo momento Samara Joy ha principalmente interpretato brani dal repertorio storico di cui le grandi cantanti della vicenda del jazz hanno dato letture memorabili, e - come mostra Linger Awhile, il suo secondo album, pubblicato dalla Verve - sa farlo con molta freschezza, con una sua personalità, e con una asciuttezza e un gusto che le danno un profilo più contemporaneo rispetto ai grandi modelli del canto jazz del passato; ma Samara Joy sta ancora cercando una sua strada e muove anche i primi passi nella definizione di una fisionomia artistica e di un repertorio originale: ha per esempio scritto le parole per Nostalgia, un brano degli anni quaranta del trombettista Fats Navarro. Nella seconda parte della puntata passiamo ad una dimensione musicale molto diversa con la vocalist svizzera Sarah Buechi, che in Moontrail, pubblicato dalla intakt, alterna riferimento al tema e improvvisazione, in una scaletta di brani in cui compaiono sia brani originali che brani americani molto noti come Moon River.
Mon, 28 Nov 2022 - 1578 - Wadada Leo Smith (12)
Dopo l'incisione nel maggio del '79 di Spirit Catcher, Leo Smith torna in Europa. Come avevamo visto nelle puntate precedenti, un anno prima, nel maggio del '78, Leo Smith era stato nelle file della ambiziosa Creative Orchestra guidata con successo da Anthony Braxton in una tournée europea che aveva toccato anche il festival tedesco di Moers. Dopo la felice esperienza con la Creative Orchestra di Braxton nel '78, Burkhard Hennen, che dirige il festival di Moers, chiede a Leo Smith e a Roscoe Mitchell se per l'edizione '79 della rassegna vogliono fare qualcosa di analogo con un'altra orchestra, da condividere fra Smith e Mitchell. Smith impiega nel lavoro con l'orchestra delle idee di scrittura e delle soluzioni nelle partiture piuttosto originali e complesse. Dopo alcuni giorni di intense prove l'orchestra - con una formazione coincidente per parecchie presenze con quella della Creative Orchestra di Braxton del '78, ma anche con diverse differenze, di nomi e di organico - si esibisce al festival e quindi a Parigi, dove viene registrata. La Moers Music - proiezione discografica del festival tedesco - pubblica il lavoro di Leo Smith e quello di Roscoe Mitchell con l'orchestra in due distinti Lp: quello intestato a Leo Smith esce come Leo Smith Creative Orchestra, intitolato Budding of a Rose, un album che non è mai stato ristampato in Cd. Esperienza estremamente importante nel percorso di Leo Smith, il lavoro con la Creative Orchestra chiude degnamente i suoi anni settanta.
Mon, 21 Nov 2022
Podcasts similares a Jazz Anthology
- Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia A cura di: Fabrizio Mele
- Alessandro Barbero Podcast - La Storia Curato da: Primo Vassallo
- Storia in Podcast Focus
- Geopop - Le Scienze nella vita di tutti i giorni Geopop
- Indagini Il Post
- Alessandro Barbero. La storia, le storie - Intesa Sanpaolo On Air Intesa Sanpaolo
- Chiedilo a Barbero - Intesa Sanpaolo On Air Intesa Sanpaolo e Chora Media
- STORIE DI BRAND MAX CORONA
- Dee Giallo OnePodcast
- Lo Zoo di 105 Radio 105
- 2024 Radio 24
- Focus economia Radio 24
- La Zanzara Radio 24
- Matteo Caccia racconta Radio 24
- Melog Radio 24
- Nessun luogo è lontano Radio 24
- Tutti convocati Radio 24
- Uno, nessuno, 100Milan Radio 24
- Chiamate Roma Triuno Triuno Radio Deejay
- Deejay Chiama Italia Radio Deejay
- Il Volo del Mattino Radio Deejay
- Profondo Nero Sky Crime
- Sky Crime Podcast Sky Crime
- Fratelli di Crozza Warner Bros. Discovery Podcast
Otros podcasts de Música
- Hit Anni '70 Radiorevival radio Revival
- RETROMIX DJ GIAN
- CSI Milano Radio 105
- 90's mix (♻ recycled music) DJ STEF
- Deep Disco Music Deep Disco Music
- Relax Sound Relax Sound
- ساعتی با موسیقی Moheb. B
- الشيخ محمد صديق المنشاوي Unknown
- أناشيد Mix Islamist beautiful songs without music
- Funky Mixes by Bárány Attila
- Defected Radio Defected
- Fabrizio De Andre', amico fragile Rai Radio2
- Nessuno - Il mostro di Firenze CasoZero Media
- Ochenteros Los80.info DavidXerez73
- Techno Life Eversong Music
- El Show de Carloncho Radio Moda
- Baroque Now Australian Brandenburg Orchestra
- Io, Lupo. Per gli amici, Ivan Graziani Niccolò Agliardi & Dischi Numero Uno
- Bach’s Baroque Jada Porter
- Depeche Mode: The Podcast My Nerd World Podcasts