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Il giardino di Albert

Il giardino di Albert

RSI - Radiotelevisione svizzera

Magazine di riferimento della Rete Due sulle questioni scientifiche. Si occupa sia dei grandi temi che riguardano direttamente la nostra vita quotidiana (inquinamento, allergie, alimentazione) sia delle ricerche di laboratorio (medicinali, nuove scoperte, invenzioni) sia di questioni che coinvolgono le scienze umanistiche, psicologia, filosofia. Partecipa così, con stile divulgativo, al dibattito su alcuni fondamentali temi di società.

451 - Il dolore di sentirsi esclusi
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  • 451 - Il dolore di sentirsi esclusi

    Può succedere a chiunque ed è un’esperienza dolorosa… il sentirsi esclusi provoca un dolore che è pari a un dolore fisico. Le neuroscienze sociali hanno mostrato che quando viviamo un’esperienza di esclusione sociale si attivano le stesse aree cerebrali del dolore fisico. Oggi, l’esclusione passa spesso attraverso il mondo virtuale dei social… un gruppo whatsapp, o una qualsiasi social community… ma i meccanismi che si attivano nel cervello sono gli stessi. L’impatto però è diverso. Ma quanto fa male sentirsi esclusi? Spesso l’esclusione nasce in contesti persecutori, in cui si diventa vittime di bulli… o di cyberbulli. Sentirsi esclusi fa male a ogni età, ma in una mente giovane, in un cervello che sta crescendo, come quello di un adolescente, può avere conseguenze molto gravi, che possono portare anche a pensieri suicidari.
    Parlare di suicidio fra giovani è ancora oggi un tabù, si porta dietro uno stigma pesante, eppure è un fenomeno in aumento e affrontarlo a viso aperto può contribuire a ridurne l’incidenza. Di esclusione, cyberbullismo e del dolore sociale che ne deriva parleremo nel Giardino di Albert con Rosalba Morese, neuroscienziata dell’USI, esperta in neuroscienze sociali e Matteo Angelo Fabrispsicologo e ricercatore presso l’Università di Torino.

    Sat, 18 May 2024 - 26min
  • 450 - Cos’è la scienza?

    Che cos’è la scienza? Chi non è mai entrato in un laboratorio, chi si è fatto un’idea solo a scuola, o ascoltando qualche scienziato, è probabile che ne abbia un’immagine distorta o quantomeno semplificata. Abbiamo una vaga idea del lavoro e del pensiero di scienziati icone come Galileo o Einstein, usiamo le loro caricature per accompagnare l’immagine di una scienza che difficilmente corrisponde a quella che loro stessi avevano. Pensiamo che parlare di scienza significhi solo aver a che fare con la ricerca di una verità assoluta, con teorie, dati, esperimenti, con ciò che chiamiamo realtà… e ci dimentichiamo del ruolo fondamentale che hanno concetti come quello di errore, interpretazione, immaginazione, approssimazione e soprattutto che la scienza è un frutto del pensiero umano. A partire da alcune considerazioni sul concetto di verità nella scienza e sul lavoro dello scienziato fatte dal premio Nobel Thomas Südhof, dell’Università di Stanford, in occasione della presentazione, organizzata dalla Fondazione Sir John Eccles, del Piano nazionale per la salute cerebrale, lo scorso 26 aprile presso il Teatro Sociale di Bellinzona - Piano di cui lo stesso Südhof è uno degli autori - ci siamo chiesti cosa sia la scienza, se esista davvero il tanto decantato metodo scientifico a cui si fa riferimento ogni volta che citiamo il padre della scienza moderna, Galileo Galilei; ma anche cosa sia la verità? Quale sia il ruolo dell’esperienza nella conoscenza scientifica? Domande non scontate che ho affrontato con l’epistemologo Fabio Minazzi, filosofo della scienza dell’Università dell’Insubria, allievo di Ludovico Geymonat, e relatore della serata di Bellinzona: ne è emersa una riflessione che parte da Galileo, trova risonanze nei filosofi greci e con Einstein arriva fino ai giorni nostri, offrendoci un’immagine della scienza molto diversa dalla vulgata comune, ma più feconda, complessa e attuale.

    Sat, 11 May 2024 - 25min
  • 449 - Trattato globale sulla plastica

    “Planet vs plastic” (il Pianeta contro la plastica) è il tema scelto dagli organizzatori dell’Earth Day 2024 ed è una «chiamata alle armi», come ha dichiarato Kathleen Rogers, presidente di Earth Day «una richiesta di agire ora per porre fine al flagello della plastica e salvaguardare la salute di ogni essere vivente sul nostro pianeta». L’obiettivo che ci si pone è quello della riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2040. Un obiettivo ambizioso se pensiamo che ogni anno nella sola Svizzera consumiamo circa un milione di tonnellate di materie plastiche.
    Quest’anno la Giornata della Terra ha coinciso con lo svolgimento della quarta e penultima fase dei negoziati per un trattato globale contro l’inquinamento da plastica. Alla sessione – che si è tenuta ad Ottawa, in Canda - hanno partecipato oltre 2.500 delegati, in rappresentanza di 170 paesi e oltre 480 organizzazioni di osservatori, tra cui organizzazioni non governative, organizzazioni intergovernative ed enti delle Nazioni Unite.
    La decisione di adottare uno strumento internazionale fu presa nel marzo 2022, in occasione della ripresa della quinta sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente, con una storica risoluzione che chiedeva al Direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (l’UNEP) di convocare un Comitato di Negoziazione Intergovernativo per sviluppare un approccio globale che potesse affrontare l’intero ciclo di vita della plastica.
    Ne parliamo con Stefano Aliani, dirigente di ricerca all’istituto scienze marine del CNR – il consiglio nazionale delle ricerche – ad Ottawa in qualità di Membro del gruppo di esperti dell’International Science Council di Parigi e con Luisa Galgani, biologa e ricercatrice per il CNR attualmente impegnata in un progetto di ricerca sulla plastica nel mare.

    Sat, 04 May 2024 - 24min
  • 448 - 2021: Anno internazionale della frutta e della verdura
    Thu, 14 Jan 2021 - 21min
  • 447 - Adriana Albini: una scienziata impertinente
    Thu, 07 Jan 2021 - 22min
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