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Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
- 4825 - [Dom 12] Commento: Gesù è asceso in cielo e siede alla destra di Dio.
Nella conclusione del suo vangelo, san Marco parla dell'Ascensione di Gesù al cielo. Il dato storico è però connotato precisamente come tempo, luogo e modalità. Il luogo è la Galilea; non è Gerusalemme - il luogo dove si manifesterà la Chiesa. Gesù appare ai suoi discepoli proprio da quei luoghi da dove era partito, là, da dove li aveva chiamati. È l'intervento di Dio nella storia; non solo in quella ufficiale che si svolge nei ricchi palazzi del potere. È la storia nel quotidiano; Dio agisce nella nostra vita personale per trasformarla. Il luogo ci dice allora che Dio è presente e l'Ascensione di Gesù è segno di una presenza, non di una assenza. L'Ascensione è poi inserita nel contesto e nei tempi delle apparizioni pasquali. Siamo quindi nel Mistero pasquale. L'irruzione di Dio nella nostra quotidianità è nella celebrazione del Mistero Pasquale. È questo che dà forza a questa presenza: la Pasqua di Cristo. Non è solo celebrazione liturgica ma la celebrazione nella nostra vita. Il tempo allora specifica la qualità di questa trasformazione nella Pasqua. Le parole di Gesù ci dicono come sarà presente ancora oggi. Alla celebrazione del Mistero pasquale partecipa il mistero di salvezza della Chiesa. La Chiesa rende presente e vivo Gesù in mezzo a noi. I Sacramenti e la Parola di Dio sono la possibilità concreta di renderci partecipi di questo Mistero di amore. La Chiesa è però anche un'entità capace di offrirci Gesù nella liturgia, nelle sue opera di sollecitudine sociale e nel servizio che essa sempre offre, con generosità, verso i più bisognosi. L'Ascensione ci richiama questa presenza che deve essere reale e concreta con il nostro contributo. Gesù è presente tra noi se saremo capaci a renderlo manifesto con la nostra opera.
Sun, 12 May 2024 - 2min - 4824 - [Dom 12] Vangelo: At 1, 1-11; Sal.46; Ef 4, 1-13; Mc 16, 15-20.
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Sun, 12 May 2024 - 0min - 4823 - [Sab 11] Commento: Il Padre vi ama, perché mi avete amato e avete creduto.
Gesù lascia un ultimo messaggio ai suoi discepoli. Egli sta andando al Padre, glorificato sulla Croce ci manifesta l'amore del Padre. È questo l'ultimo ed il primo dei suoi messaggi: Gesù è sceso sulla terra per amore e ritorna al Padre per amore. In questo arco ecco ci è portata un'altra consegna che è conseguenza diretta di questa. È la preghiera. E' significativo che il suo lungo commiato con i discepoli si concluda con questa esortazione. Gesù stesso pregherà il Padre per noi; adesso ci invita a pregare. Preghiamo il Padre nel nome di Gesù Cristo; rivolgiamoci a Lui con fiducia chiedendo Cristo come Mediatore che si è offerto completamente al Padre. Non è semplice quello che ci chiede Gesù Cristo. Pregare nel suo nome non è immediato e significa un atto di vera conversione. La preghiera per essere efficace deve corrispondere ad un nostro preciso atteggiamento. Umiltà è l'ascolto vero delle Parole di Cristo, sono la base ed il fondamento della vera preghiera. Gesù ci dice anche che la preghiera deve nascere dalla fede e dall'amore perché abbiamo creduto in Lui e lo abbiamo amato. È ancora il comandamento dell'amore che deve informare la nostra vita. La preghiera è allora anche un cammino. La fede è il fondamento della preghiera e la preghiera alimenta la fede. L'amore è la base della preghiera e preghiamo per amare di più e meglio. La preghiera parte da una vera conversione e la conversione a Cristo fa sgorgare una preghiera pura ed efficace. La preghiera nasce dall'ascolto della Parola e la Sacra Scrittura tesse le nostre preghiere. È il circolo della vita cristiana basata sulla fede, sulla speranza e sulla carità.
Sat, 11 May 2024 - 1min - 4822 - [Sab 11] Vangelo: At 18, 23-28; Sal.46; Gv 16, 23-28.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l'ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».
Sat, 11 May 2024 - 0min - 4821 - [Ven 10] Commento: Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia.
È la continuazione del Vangelo di ieri. La gioia che ci è promessa da Cristo non ci sarà tolta proprio perché non guarda solo alle realtà terrene. L'esempio della donna che partorisce ci fornisce una motivazione aggiuntiva sul valore di questa gioia. La donna che porta in grembo un bambino sa che il parto le recherà dolore. La gioia di vedere alla luce quel bimbo che in lei si è formato in nove mesi sarà immensa e darà una motivazione al dolore sofferto. Le sofferenze di oggi, ci dice anche San Paolo, saranno niente rispetto alla promessa futura. Le gioie che possiamo avere nel soddisfare le nostre preoccupazioni temporali svaniranno. Il messaggio di Gesù ci invita ad un agire diverso e certamente più responsabile. È l'invito a stare sempre nel suo insegnamento; nel solco del suo Amore. La gioia che ci è promessa è senz'altro molto più grande delle difficoltà che stiamo subendo. È questa la vera conversione! Guardare a Gesù, agire come Lui vuole! È il messaggio di oggi ed è il significato della vera gioia, che in Lui è piena. Apriamo i nostri cuori allo Spirito Santo per riconoscere dove cercare la gioia in Cristo e saperla riconoscere per impossessarcene in modo definitivo!
Fri, 10 May 2024 - 1min - 4820 - [Ven 10] Vangelo: At 18, 9-18; Sal.46; Gv 16, 20-23.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
Fri, 10 May 2024 - 0min - 4819 - [Gio 9] Commento: Sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.
Cerchiamo di interpretare pressappoco questo misterioso andare e venire di Gesù, ossia dopo un breve spazio di tempo, i giorni della sua passione, "ancora un poco", e quindi la sua morte, che lo toglierà agli occhi dei suoi discepoli per "un altro poco", in seguito, i tre giorni fino alla risurrezione, la quale lo restituirà alla presenza dei suoi, mediante le apparizioni "per un altro poco". C'è di più. Qui avviene un altro importante passaggio relazionale da tener presente. La risurrezione, e più ancora l'ascensione lo restituirà ad un tipo nuovo di visione e di esperienza: la visione della fede, la quale non consiste in un puro sguardo interiore, ma in un cogliere la realtà soprannaturale del Verbo da divenire contemplazione. Come si espresse il diacono Stefano davanti al sinedrio: "Contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". Nel brano odierno si dice: "Gesù conobbe che volevano interrogarlo e disse loro: in verità vi dico: voi piangerete e il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia". A questa lugubre allegria mondana, faranno riscontro il pianto e la tristezza dei discepoli. Ma le cose non finiranno qui, perché Dio sta preparando un evento imprevedibile, che al suo manifestarsi trasformerà in gioia l'afflizione dei discepoli. Viene qui enunciato l'evento della risurrezione che costituisce la vera e sconvolgente novità del cristiano, che tuttavia si deve riportare continuamente la fede della Chiesa. Nel "mistero pasquale del Signore" non ci sono due momenti successivi: prima la morte inflitta con violenza, seguita poi dalla risurrezione. Gesù è glorificato e proclamato Signore e Messia proprio perché ha accettato di passare attraverso la croce dolorosa, mostrando fedeltà al Padre e solidarietà con i fratelli. Anche in noi, se saremo suoi discepoli, i due elementi si completeranno: la prova e la gioia dell'essere con Cristo. L'evangelista Giovanni afferma: "Siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli".
Thu, 09 May 2024 - 2min - 4818 - [Gio 9] Vangelo: At 18, 1-8; Sal.97; Gv 16, 16-20.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos'è questo che ci dice: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete", e: "Io me ne vado al Padre"?». Dicevano perciò: «Che cos'è questo "un poco", di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete"? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Thu, 09 May 2024 - 0min
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